«Oggi come 37 anni fa con Gallucci Così gli interventi saliranno del 30%»
Il governatore Zaia: Veneto pioniere, si aprono prospettive mai viste
«Come mi sento oggi? Emozionato e orgoglioso. Stessi stati d’animo di quel giorno di 37 anni fa, era il 14 novembre 1985. Avevo 17 anni, ma ricordo bene tutto...».
Governatore Luca Zaia, cosa accadde in quella data?
«Sempre qui in Veneto, e sempre qui nello stesso ospedale di Padova, fu effettuato, dall’équipe del professor Vincenzo Gallucci, il primo trapianto di cuore in Italia. Ilario Lazzari, un quarantenne sofferente di una cardiopatia, ricevette il cuore da un diciassettenne morto in un incidente stradale, Francesco Busnello, i cui genitori, Giovanni e Marina, autorizzarono l’espianto senza alcuna esitazione. Sono tutti nomi che vorrei ricordare, costituiscono un pezzo grande così della nostra storia».
Cosa lega quell’operazione di 37 anni fa al trapianto dello scorso giovedì?
«C’è un filo diretto e lo si vede, chiaramente, nella targa all’ingresso del centro di Cardiochirurgia di Padova, intitolato proprio a Vincenzo Gallucci di cui Gino Gerosa, il primario che ha diretto l’operazione di giovedì, è stato allievo. Allora si varcò una soglia ritenuta impensabile e oggi la storia si ripete grazie ai progressi tecnologici e scientifici che si sono susseguiti in questa stessa struttura padovana, sempre al passo con i tempi e spesso, come in questo caso, capace di precorrerli».
Quanto è durato l’intervento, giovedì scorso?
«Gerosa mi ha raccontato di essere entrato in sala operatoria verso le 9 del mattino e ne è uscito alle 21».
Perché è importante questo trapianto?
«Fino a oggi nessuno era riuscito a trapiantare un cuore oltre i 20 minuti dalla morte cardiaca imposta dalla legislazione; il prelievo era effettuato solo per morte cerebrale, con il cuore ancora in attività. È la prima volta al mondo che un cuore fermo viene riattivato ed impiantato senza danni che possano pregiudicare il trapianto dopo un tempo così lungo: ciò apre frontiere impensabili rispetto al possibile utilizzo di organi da trapiantare».
Vale a dire?
«Questo risultato straordinario potrebbe portare a un incremento del 30% nel numero dei trapianti in Italia. Grazie all’équipe padovana si potrà intervenire di più. Da oggi la cardiochirurgia non sarà più come prima, si apre una prospettiva che può ridare speranza a tanti malati in attesa di un trapianto. Concretamente: salveremo più vite».
A proposito: chi è e come sta?
il trapiantato,
«Si tratta di un cardiopatico di 46 anni già operato in età pediatrica e in lista d’attesa da due anni. Gerosa mi ha detto che il suo nuovo cuore funziona ottimamente. Spero di poterlo incontrare quanto prima, per ora mi limito a dire che qui in Veneto facciamo tutti il tifo per lui».
Governatore, cosa sa del donatore?
«Che è un giovane trevigiano, trevigiano proprio come lo era Francesco Busnello. Preferirei non aggiungere altro, se non che il nome di questo ragazzo dobbiamo serbarlo caro tutti».