Corriere della Sera

LA TERRA DEI POETI

Da Scandiano a Viareggio Il decimo capitolo della corsa rosa attraversa un mondo di versi, canzoni e memorie letterarie

- Di Marco Gasperetti

Èla Tappa dei Poeti. Con la maiuscola, proprio come il Golfo omonimo della vicina Liguria che il giorno successivo le biciclette solcherann­o. E non solo per quei 196 chilometri di struggente bellezza e atavica fatica. La Scandiano-Viareggio, il decimo capitolo del Giro d’Italia, è anche la strada dei versi immortali di Matteo Maria Boiardo che nel castello di Scandiano scrisse l’«Orlando innamorato» e ispirò l’Ariosto (che incontrere­mo qualche pedalata più avanti in Garfagnana) nel suo capolavoro: l’«Orlando furioso».

Così, sin dalla partenza, dall’antico borgo, il più popoloso della provincia di Reggio Emilia, le rime sembrano davvero fondersi con il ritmo delle pedalate. E la mente torna ai versi del Carducci che al paese dedicò una delle poesie più belle. Se poi si volge lo sguardo verso la Rocca dei Boiardo, edificata già nel Medioevo, sembra quasi di vederlo Francesco Petrarca, ospite d’onore dell’allora Signore del castello.

Ma la cosa che più stupisce, al di là della storia e della cultura gloriose, è la bellezza di questi luoghi. Un centro storico ancora intatto, nobili palazzi da visitare, castelli e rocche, villaggi neolitici. Ed entrando nella modernità anche la casa natale dello scienziato Lazzaro Spallanzan­i. Un tesoro custodito pure tra le colline delle undici frazioni. Insieme a una gastronomi­a che re Parmigiano Reggiano (è presente in quasi tutte le ricette,) condivide con l’aceto balsamico, una gemma custodita da una confratern­ita che ha sede nella Torre dell’Orologio, il cuore della cittadina. E poi c’è la Spergola, il vino «che spuma come un’onda di mare e poi accorda i suoi ritmi rimbalzant­i con la allegria di chi lo deliba...» come scriveva Carducci. Insomma una bevuta poetica.

Già, la poesia. Che ritroviamo ancora durante il serpeggian­te itinerario verso Viareggio, l’arrivo della tappa.

Si sale sino ai confini tra Emilia e Toscana sino ai 1.527 metri del Passo delle Radici per poi scendere verso Castiglion­e di Garfagnana, sfiorando Castelnuov­o, altro paese magico, dove Ludovico Ariosto lavorò per anni. La discesa prosegue per Monteperpo­li ma non prima di aver percorso le vie di Giovanni Pascoli che nella vicina Castelvecc­hio, una frazione di

Barga, trovò ispirazion­e nei Canti e vi si trasferì con la sorella Maria. Ormai il paesaggio è cambiato. La Garfagnana si è lentamente tramutata in altro, la morfologia è quella della Valle del Serchio che poi si tramuterà in Versilia. A Montemagno (siamo a una ventina di chilometri da Viareggio) c’è una statua familiare. Anche lui un poeta della canzone: Giorgio Gaber. Qui, a villa La Padula, il Signor G soggiornò anni e ci salutò per sempre il 1° gennaio del 2003.

Siamo adesso a Camaiore, la sede del Premio internazio­nale di poesia e di narrativa, luogo anch’esso evocativo che si allunga verso il mare sino a Lido di Camaiore. Qui è la Versilia balneare a declamare i suoi versi ricordando il mitico tendone di Bussola Domani di Sergio Bernardini dove cantarono le star di mezzo mondo. L’arrivo è proprio dietro l’angolo. Viareggio, con la passeggiat­a davanti al mare in stile liberty e il profumo sempiterno del Carnevale. Poetica da sempre. Anche nei ricordi più tragici e oscuri. La spiaggia davanti al belvedere di piazza Mazzini, due secoli orsono, fu teatro dell’addio supremo a Percy Shelley, che nel luglio del 1822 morì in un naufragio e fu cremato sulla spiaggia.

La fine della Tappa dei Poeti è anche l’empireo dei narratori. Nella città del Premio letterario Rèpaci, l’elenco è lunghissim­o: Gabriele D’Annunzio, Thomas Mann, Giuseppe Ungaretti, Pier Paolo Pasolini, Luigi Pirandello, Eugenio Montale, Aldous Huxley e tantissimi altri.

Se poi è il palato che si vuol inondare di poesia non c’è che da scegliere tra il cacciucco alla viareggina, gli spaghetti ai nicchi (le arselle) e il vino buono della Versilia. Per poi visitare la vicina Torre del Lago e la casa di Giacomo Puccini. Il supremo poeta delle note.

” Si sfiora il paese magico dove Ariosto lavorò per anni. E poi le vie di Pascoli, il luogo caro a Giorgio Gaber. C’è persino l’angolo dove Shelley trovò la morte L’eredità moderna? Nei numerosi premi artistici

 ?? ?? 1 Il castello di Scandiano, dove Matteo Maria Boiardo scrisse L’Orlando innamorato, che ispirò l’Ariosto per L’Orlando furioso
2 Veduta di Castiglion­e di Garfagnana, inserito nei «Borghi più belli d’Italia»
3 Giorgio Gaber con la moglie Ombretta Colli e la figlia Dalia sul lungomare di Viareggio nel 1970
4 Lo stile liberty del Gran Caffé Margherita, a Viareggio
1 Il castello di Scandiano, dove Matteo Maria Boiardo scrisse L’Orlando innamorato, che ispirò l’Ariosto per L’Orlando furioso 2 Veduta di Castiglion­e di Garfagnana, inserito nei «Borghi più belli d’Italia» 3 Giorgio Gaber con la moglie Ombretta Colli e la figlia Dalia sul lungomare di Viareggio nel 1970 4 Lo stile liberty del Gran Caffé Margherita, a Viareggio

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