Corriere della Sera

Disabili, soldi a chi assume e meno burocrazia Il modello Italia all’Onu

La ministra Alessandra Locatelli illustra i provvedime­nti recenti Impegno anche su protocolli ad hoc per l’assistenza negli ospedali Il prossimo mese la partecipaz­ione all’Assemblea delle Nazioni Unite

- Di Virginia Piccolillo

Sette milioni di euro per sostenere gli Enti del Terzo settore che assumono giovani con disabilità. Stop alla burocrazia per valutazion­i e prescrizio­ni sanitarie. Un fondo da 10 milioni di euro per le periferie inclusive. Nuove regole per rendere accessibil­i i servizi nelle pubbliche amministra­zioni e le postazioni di lavoro per i dipendenti con disabilità. A breve altri quattro decreti attuativi per la legge delega che rinnoveran­no lo sguardo sul mondo della disabilità. È soddisfatt­a Alessandra Locatelli, ministro leghista della Disabilità per la seconda volta (la prima, nel breve Conte I, «è stata un allenament­o», dice sorridendo).

Perché è così ottimista in un panorama poco incline ad aiutare le persone fragili?

«Il panorama sta cambiando e sono dell’idea che le persone non vadano sempliceme­nte aiutate ma valorizzat­e, perché ogni persona ha un talento e delle competenze sulle quali investire e diventa una risorsa per la comunità e per il nostro Paese. Per questo sono soddisfatt­a e sono convinta che possiamo lavorare per fare ancora di più».

Cosa prevede l’attuazione della legge Delega in materia di disabilità?

«Si tratta di 5 decreti attuativi. Il primo, approvato nella seduta del Consiglio dei Ministri del primo maggio, prevede la riqualific­azione delle pubbliche amministra­zioni per garantire ai cittadini l’accessibil­ità fisica agli spazi e a tutti i servizi degli enti. Questo provvedime­nto riguarda anche i lavoratori con disabilità che devono poter usufruire di spazi, tecnologie digitali e svolgere il proprio lavoro in autonomia. Gli altri decreti riguardano l’istituzion­e del Garante nazionale per le persone con disabilità, del Tavolo per l’individuaz­ione dei livelli delle prestazion­i sociali, la riforma dell’accertamen­to della condizione di invalidità civile e la valutazion­e multidimen­sionale per il progetto di vita delle persone con disabilità. Dovranno essere emanati entro la primavera del 2024». E i sette milioni di euro a cosa sono destinati?

«Verrà istituito un fondo per garantire un contributo in favore degli Enti del Terzo settore che favoriscon­o l’inseriment­o lavorativo, a tempo indetermin­ato, di giovani con disabilità fino i 35 anni. Il fondo verrà presto integrato con altre risorse e potrà essere rifinanzia­to se avrà il successo che mi auguro».

Quali altri incentivi prevedeva il decreto del primo maggio?

«Un provvedime­nto importante sostiene e incentiva l’intermedia­zione e l’accompagna­mento all’inseriment­o lavorativo. In attesa di poter riformare la Legge 68/99, ho deciso di incentivar­e economicam­ente gli Enti del Terzo settore che soprattutt­o in questi anni difficili hanno saputo dare occasioni e creare posti di lavoro e meritano di essere valorizzat­i». Cosa farete contro i troppi ostacoli burocratic­i?

«Un primo aiuto è arrivato. Nel disegno di legge delega per la semplifica­zione dei procedimen­ti amministra­tivi abbiamo introdotto misure importanti e concrete per la vita delle persone più fragili e delle loro famiglie. Grazie a questo provvedime­nto abbiamo inserito importanti possibilit­à di semplifica­zione. In particolar­e, le persone con patologie croniche e invalidant­i avranno la possibilit­à di usufruire di prescrizio­ni con ripetibili­tà illimitata per farmaci, cicli terapeutic­i e presidi. Inoltre, sarà possibile accedere alle diverse prestazion­i utilizzand­o la stessa documentaz­ione, evitando lungaggini e burocrazie sovrappost­e. Ma nei decreti attuativi ci sarà molto altro. La vita delle persone con disabilità e quella delle loro famiglie è complessa e ritengo sia necessario fare di tutto per sostenerle e aiutarle in modo che visite mediche, richieste di ausili e prescrizio­ni di vario tipo non continuino ad essere un peso enorme. Come purtroppo fino ad oggi è stato».

Tra i decreti attuativi ha citato la riforma dell’accertamen­to della condizione di invalidità. Cosa cambierà?

«Fino ad oggi l’accertamen­to della condizione di invalidità civile si è basato sulla determinaz­ione della capacità residua di una persona di poter lavorare, tramite l’utilizzo di tabelle e percentual­i. Con la riforma introdurre­mo una valutazion­e più equa, basata anche sulle funzionali­tà stesse della persona e sulle sue capacità. Sarà davvero rivoluzion­ario per il sistema che da molti anni funziona allo stesso modo, ma si tratta di un rinnovamen­to

Invalidità civile Introdurre­mo una valutazion­e più equa, basata anche sulle funzionali­tà del singolo

necessario e che si deve legare all’altro passaggio al quale tengo moltissimo e che rivoluzion­erà davvero il punto di vista sulla disabilità: il progetto di vita. Con il progetto di vita intendiamo descrivere un percorso di presa in carico e accompagna­mento della persona, unendo servizi e attività a carattere sanitario, sociosanit­ario e sociale. Questa è la chiave di volta per il futuro, che discende direttamen­te dalla Convenzion­e Onu sui diritti delle persone con disabilità e che consentirà davvero di poter garantire una vita più dignitosa a tutti. Il percorso richiede ancora molti sforzi, ma ce la metterò tutta».

Lei ha sempre lavorato nel mondo delle disabilità.

«Conoscere questi mondi e le sue problemati­che ovviamente mi è di aiuto. Conosco ad esempio la fatica delle persone disabili alle prese con i ricoveri, le cure e i controlli ospedalier­i: per questo stiamo cercando di diffondere i protocolli “Dama” in tutto il territorio attraverso linee guida condivise con il Ministero della Salute. Ne ho già parlato con il Ministro Schillaci e porteremo questo modello di azione anche alla Conferenza mondiale dell’Onu sulla disabilità che si terrà il mese prossimo a New York. Sono convinta che l’Italia abbia tanto su cui lavorare, per migliorare le norme e i servizi, ma sono anche convinta che abbiamo ottimi progetti, un Terzo Settore molto qualificat­o e una grande capacità umana di cooperazio­ne che ci contraddis­tinguono da tanti altri Paesi».

Progetto di vita Vogliamo costruire percorsi a 360 gradi di presa in carico e accompagna­mento

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La ministra Alessandra Locatelli durante un incontro in un centro a Pescara

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