ECONOMIA? PRIMA IL SOCIALE FONDAZIONE CON IL SUD E IL«MANIFESTO ALLA ROVESCIA»
Lascio, dopo quasi 14 anni, la presidenza della Fondazione Con il Sud: un’esperienza molto ricca dal punto di vista professionale e personale, che mi ha consentito di incontrare personaggi molto forti, generosi e capaci di strategia, e di scoprire storie, percorsi assolutamente straordinari. Con diversi ruoli, anche pubblici, da quaranta anni mi sono occupato del Sud: con il lavoro della Fondazione ho scoperto che un soggetto potenzialmente decisivo per cambiare, al Sud, è il Terzo settore. Che in questo mondo vi sono tantissimi «fili d’erba», per riprendere una bellissima immagine di Giuseppe De Rita, da individuare ed accompagnare allo sviluppo.
Ed in questa logica, avendo deciso di promuovere una riflessione sulla Fondazione Con il Sud che rappresentasse simbolicamente l’occasione per il passaggio del testimone da me a Stefano Consiglio, che mi succede alla guida della Fondazione, abbiamo scelto un «filo d’erba» che sta nascendo in un territorio che forse è il più disperato tra i tanti difficili che ho incontrato: il Parco Verde di Caivano, un paese della provincia di Napoli. La piazza di spaccio più grande d’Europa, un quartiere nato per ospitare i napoletani che avevano perso la casa con il terremoto dell’80. Seimila abitanti, senza una farmacia, senza una banca, senza un tabaccaio. Non un parco giochi, con una comunità costretta a vivere in un territorio rappresentato come assolutamente negativo. Lì, da qualche anno, c’è un filo d’erba.
Un ragazzo con un passato particolarmente difficile (spacciatore, detenuto per camorra) cui era stata del tutto negata l’infanzia, «si converte» e fonda, praticamente senza risorse, un’associazione che si chiama, non a caso, «Un’infanzia da vivere». La Fondazione ha avviato un percorso di sostegno: il filo d’erba sta crescendo, anche se ancora tra sterpaglie e ostacoli di ogni tipo. Un bellissimo murale segna una discontinuità impressionante in un paesaggio di assoluto degrado. E siamo andati là a parlare di Fondazione Con il Sud, a proporre quello che pensiamo sia necessario per lo sviluppo del Sud, a presentare il nostro «Manifesto alla rovescia»: il sociale prima dell’economico.
Ci hanno accolto il sindaco ed il preside della scuola che ospitava il convegno. C’erano tante organizzazioni di Terzo settore arrivate da tutto il Sud e la portavoce del Forum. C’erano rappresentanti delle Fondazioni di origine bancaria con il Presidente dell’Acri. Ci ha raggiunto Giuseppe Guzzetti, ideatore della Fondazione Con il Sud che, con un intervento appassionato ed emozionante, ha riaffermato, come noi facciamo con ostinazione, che il capitale sociale è la premessa dello sviluppo. A Caivano non c’è stato bisogno di troppe parole, di troppe analisi: le esperienze presenti erano la migliore e concreta testimonianza di che cosa intende lo statuto della nostra Fondazione quando afferma che la coesione sociale è la premessa irrinunciabile dello sviluppo. Sono esperienze, numerose, che partono da esigenze di solidarietà e di attivazione di diritti negati e che, nei fatti, creano opportunità di sviluppo, lo vediamo attorno alla valorizzazione dei beni comuni come il patrimonio culturale in disuso o abbandonato, i beni confiscati alle mafie o i beni ambientali, ma anche con i centri di aggregazione e l’imprenditoria sociale con percorsi di inclusione di soggetti fragili. Ed in questo mutamento di paradigma il Terzo settore acquista un ruolo più forte, più complesso: da soggetto di cura, a soggetto di cambiamento. Da soggetto che argina, contiene, risarcisce, a soggetto che lavora per rimuovere le cause delle diseguaglianze e della esclusione dei soggetti più fragili. E per le Fondazioni, per i donatori in genere, la fine della filantropia e la sperimentazione di relazioni di partenariato attivo con il Terzo settore.
Con questa convinzione la Fondazione continuerà il suo lavoro. Un lavoro difficile anche considerato il rapporto tra risorse disponibili e territorio di riferimento. Ma un lavoro che «produce» idee, speranze, progetti, voglia di fare, in un Mezzogiorno in cui per 73 anni le politiche di sviluppo hanno trascurato il coinvolgimento, vero, delle comunità e dei soggetti locali, nell’illusione che trasferire risorse generasse automaticamente sviluppo. Sappiamo come è andata. Al Sud, come al Nord, bisogna partire dal capitale sociale. La Fondazione Con il Sud andrà avanti su questa strada: con la pazienza di chi sa che le innovazioni costano tempo e fatica; ma con l’ostinazione di chi sa di aver avviato un percorso giusto, anzi l’unico veramente plausibile.
Strategie
Per 73 anni le politiche di sviluppo non hanno coinvolto le comunità e i soggetti locali, abbiamo visto come è finita