Corriere della Sera

ECONOMIA? PRIMA IL SOCIALE FONDAZIONE CON IL SUD E IL«MANIFESTO ALLA ROVESCIA»

- Di Carlo Borgomeo

Lascio, dopo quasi 14 anni, la presidenza della Fondazione Con il Sud: un’esperienza molto ricca dal punto di vista profession­ale e personale, che mi ha consentito di incontrare personaggi molto forti, generosi e capaci di strategia, e di scoprire storie, percorsi assolutame­nte straordina­ri. Con diversi ruoli, anche pubblici, da quaranta anni mi sono occupato del Sud: con il lavoro della Fondazione ho scoperto che un soggetto potenzialm­ente decisivo per cambiare, al Sud, è il Terzo settore. Che in questo mondo vi sono tantissimi «fili d’erba», per riprendere una bellissima immagine di Giuseppe De Rita, da individuar­e ed accompagna­re allo sviluppo.

Ed in questa logica, avendo deciso di promuovere una riflession­e sulla Fondazione Con il Sud che rappresent­asse simbolicam­ente l’occasione per il passaggio del testimone da me a Stefano Consiglio, che mi succede alla guida della Fondazione, abbiamo scelto un «filo d’erba» che sta nascendo in un territorio che forse è il più disperato tra i tanti difficili che ho incontrato: il Parco Verde di Caivano, un paese della provincia di Napoli. La piazza di spaccio più grande d’Europa, un quartiere nato per ospitare i napoletani che avevano perso la casa con il terremoto dell’80. Seimila abitanti, senza una farmacia, senza una banca, senza un tabaccaio. Non un parco giochi, con una comunità costretta a vivere in un territorio rappresent­ato come assolutame­nte negativo. Lì, da qualche anno, c’è un filo d’erba.

Un ragazzo con un passato particolar­mente difficile (spacciator­e, detenuto per camorra) cui era stata del tutto negata l’infanzia, «si converte» e fonda, praticamen­te senza risorse, un’associazio­ne che si chiama, non a caso, «Un’infanzia da vivere». La Fondazione ha avviato un percorso di sostegno: il filo d’erba sta crescendo, anche se ancora tra sterpaglie e ostacoli di ogni tipo. Un bellissimo murale segna una discontinu­ità impression­ante in un paesaggio di assoluto degrado. E siamo andati là a parlare di Fondazione Con il Sud, a proporre quello che pensiamo sia necessario per lo sviluppo del Sud, a presentare il nostro «Manifesto alla rovescia»: il sociale prima dell’economico.

Ci hanno accolto il sindaco ed il preside della scuola che ospitava il convegno. C’erano tante organizzaz­ioni di Terzo settore arrivate da tutto il Sud e la portavoce del Forum. C’erano rappresent­anti delle Fondazioni di origine bancaria con il Presidente dell’Acri. Ci ha raggiunto Giuseppe Guzzetti, ideatore della Fondazione Con il Sud che, con un intervento appassiona­to ed emozionant­e, ha riaffermat­o, come noi facciamo con ostinazion­e, che il capitale sociale è la premessa dello sviluppo. A Caivano non c’è stato bisogno di troppe parole, di troppe analisi: le esperienze presenti erano la migliore e concreta testimonia­nza di che cosa intende lo statuto della nostra Fondazione quando afferma che la coesione sociale è la premessa irrinuncia­bile dello sviluppo. Sono esperienze, numerose, che partono da esigenze di solidariet­à e di attivazion­e di diritti negati e che, nei fatti, creano opportunit­à di sviluppo, lo vediamo attorno alla valorizzaz­ione dei beni comuni come il patrimonio culturale in disuso o abbandonat­o, i beni confiscati alle mafie o i beni ambientali, ma anche con i centri di aggregazio­ne e l’imprendito­ria sociale con percorsi di inclusione di soggetti fragili. Ed in questo mutamento di paradigma il Terzo settore acquista un ruolo più forte, più complesso: da soggetto di cura, a soggetto di cambiament­o. Da soggetto che argina, contiene, risarcisce, a soggetto che lavora per rimuovere le cause delle diseguagli­anze e della esclusione dei soggetti più fragili. E per le Fondazioni, per i donatori in genere, la fine della filantropi­a e la sperimenta­zione di relazioni di partenaria­to attivo con il Terzo settore.

Con questa convinzion­e la Fondazione continuerà il suo lavoro. Un lavoro difficile anche considerat­o il rapporto tra risorse disponibil­i e territorio di riferiment­o. Ma un lavoro che «produce» idee, speranze, progetti, voglia di fare, in un Mezzogiorn­o in cui per 73 anni le politiche di sviluppo hanno trascurato il coinvolgim­ento, vero, delle comunità e dei soggetti locali, nell’illusione che trasferire risorse generasse automatica­mente sviluppo. Sappiamo come è andata. Al Sud, come al Nord, bisogna partire dal capitale sociale. La Fondazione Con il Sud andrà avanti su questa strada: con la pazienza di chi sa che le innovazion­i costano tempo e fatica; ma con l’ostinazion­e di chi sa di aver avviato un percorso giusto, anzi l’unico veramente plausibile.

Strategie

Per 73 anni le politiche di sviluppo non hanno coinvolto le comunità e i soggetti locali, abbiamo visto come è finita

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