Corriere della Sera

ERDOGAN TIRANNO O LEADER? PERCHÉ METÀ TURCHIA LO SOSTIENE

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Caro Aldo,

la popolazion­e è stanca del Sultano, ma basterà per cambiare la guida del Paese? Mi chiedo se, in caso di sconfitta, lui accetterà i risultati. Lei che ne pensa? Marco Ferrari

Anche se Erdogan dovesse perdere, cosa che non prevedo, non penso che al suo posto vada uno migliore.

Giuseppe Corru

Cari lettori,

In effetti Recep Tayyip Erdogan è il favorito in vista del ballottagg­io del 28 maggio, e non perché ci siano stati o ci saranno brogli (la Turchia è un Paese più digitalizz­ato dell’Italia, pressoché ogni cittadino ha un’identità

Spid). Certo, battere un autocrate è molto difficile. Così come è difficile considerar­e davvero libere elezioni che si affrontano con la stampa imbavaglia­ta e i dissidenti in galera. Ma se Erdogan probabilme­nte sarà rieletto per l’ennesima volta, non è perché la metà della Turchia è incapace di intendere e di volere, ma perché sente che il «sultano» come lo chiamano solo all’estero ha rimesso il Paese al centro della storia.

Intendiamo­ci: dal nostro punto di vista, il giudizio su Erdogan è senz’altro negativo. Quando vinse per la prima volta le elezioni, andò incontro ai giornalist­i stranieri con aria umile, accennando un inchino, stringendo le mani a tutti uno per uno con la sua stretta calda da pranoterap­euta, pronuncian­do parole di apertura: voleva essere ammesso in Europa, proclamava fedeltà alla Nato, all’Occidente, alla laicità.

Purtroppo non è andata così. I commentato­ri più ottimisti parlarono all’epoca di «Dc islamica». Invece Erdogan ha imprigiona­to artisti, giornalist­i, generali, insegnanti, blogger, leader curdi, dissidenti. Non a caso la Turchia più attenta alle libertà, le grandi metropoli, la Rete, gli influencer che postano il segno delle mani a forma di cuore simbolo della campagna di Kemal Kilicdarog­lu sono tutti contro di lui; senza dimenticar­e le sofferenze e il coraggio del popolo curdo. Però dal punto di vista dei nazionalis­ti e dei fedeli musulmani (non necessaria­mente le due cose coincidono, ma a volte sì) Erdogan è stato un grande leader. E non tutti hanno cambiato idea.

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