Pressing dell’Europa sul Mes «Decisivo per debito e banche»
L’Eurogruppo: la ratifica non obbliga ad usarlo. Giorgetti: serve una soluzione politica
Resta alto l’interesse dell’Eurogruppo sull’Italia per la mancata ratifica del trattato che riforma il Meccanismo europeo di stabilità. Già alla riunione informale di Stoccolma i ministri finanziari dell’area euro erano andati in pressing ma il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non aveva partecipato alla sessione a causa delle tensioni a Roma legate al Def. Ieri il ministro è intervenuto spontaneamente sul tema nel corso della riunione, senza essere stato sollecitato da alcuna domanda.
Giorgetti ha spiegato che il Parlamento italiano «probabilmente per ragioni storiche» non è ancora pronto a completare la ratifica e di essere «consapevole dell’importanza di completare il processo» in tutti i Paesi azionisti. Ma la questione «è piuttosto politica» e dunque bisogna «cercare di risolverla in modo politico».
Il presidente dell’Eurogruppo Donohoe, nella conferenza finale, ha spiegato che «il ministro Giorgetti ha descritto le sfide politiche e parlamentari di cui siamo già tutti al corrente» a proposito della ratifica della riforma del Mes. C’è la consapevolezza che «è un argomento sensibile e sfidante all’interno del Parlamento e del governo italiani». Ma «il punto chiave che abbiamo enfatizzato nei recenti mesi — ha proseguito Donohoe — è che possiamo riconoscere pienamente che un singolo Paese possa decidere di non voler ricorrere a una capacità aggiuntiva che il Fondo di risoluzione e il Mes avranno in futuro. Lo rispettiamo e lo comprendiamo. Ma questo trattato riguarda anche come possiamo migliorare la rete di sicurezza per l’economia dell’eurozona e per altri governi. Ed è in questo spirito che continueremo a impegnarci con il ministro Giorgetti». Anche pochi giorni fa al G7 dei ministri delle Finanze di Niigata, in Giappone, Donohoe, in un’intervista a RaiNews24 aveva ribadito che i partner dell’area euro attendono che l’Italia proceda con la ratifica.
Donohoe ha detto chiaramente che nessuno obbliga l’Italia a usare il Mes se non vuole, ma bloccando la ratifica impedisce che anche gli altri Paesi dell’eurozona possano avvalersi delle nuove funzioni del Meccanismo europeo di stabilità, che resta operativo con le funzioni originarie di fondo salva-Stati. Ma le recenti turbolenze bancarie negli Stati Uniti e in Svizzera sono state un campanello d’allarme anche per l’Europa. Il direttore esecutivo del Mes, Pierre Gramegna, ha riferito che «l’ammontare delle riserve del Fondo di risoluzione unico, pari a 77 miliardi di euro, probabilmente non è sufficiente e sarebbe utile avere una riserva». Il Mes riformato «potrebbe offrire un backstop (paracadute, ndr)e quasi il doppio della potenza di fuoco di cui abbiamo bisogno in termini di problemi di liquidità». Il settore bancario dell’area euro rimane però resiliente sia dal punto di vista del capitale che della liquidità anche se è esposto al rischio tassi, ha spiegato ieri all’Eurogruppo il responsabile della
Vigilanza della Bce Andrea Enria.
Il ministro Giorgetti ieri ha avuto anche un incontro bilaterale con la vicepresidente e ministra dell’Economia di Madrid Nadia Calviño, in vista della presidenza di turno spagnola che inizia a luglio.hanno parlato di Pnrr, riforma del Patto di Stabilità e Mes, fondamentale per proseguire sull’Unione bancaria.
La Bce Il responsabile della Vigilanza, Enria: istituti di credito resilienti ma esposti al rischio tassi