«Risparmio, italiani più maturi nella crisi Protetti con i fondi»
Trabattoni : l’educazione finanziaria al centro
Apre questa mattina, negli spazi di Allianz Mico a Milano (Ala Sud, entrata da Viale Eginardo) la tredicesima edizione del Salone del Risparmio. Due i temi centrali: educazione finanziaria e «recruiting». Carlo Trabattoni è il presidente di Assogestioni, la società organizzatrice.
Trabattoni, il «claim» del Salone è «Risparmio oltre la crisi». Ma tra inflazione e rischio di credit crunch non è che ne sta iniziando un’altra?
«Il titolo del Salone vuole proiettarci in avanti, oltre lo scenario di crisi che non vogliamo sminuire: siamo ben consci delle difficoltà che tutti stiamo vivendo in questi momenti. Il 2022 è stato caratterizzato dall’esplosione del conflitto in Ucraina. Oggi, quello che nessuno si aspettava era una crescita così violenta dell’inflazione, una sorpresa per tutti, un fattore che dovremo avere la capacità di gestire ancora per tutto il 2023 e che si accompagnerà ad un analogo percorso dei tassi di interesse. Questo scenario impone un’estrema cautela, sia per il risparmiatore che per gli operatori di mercato».
Dal suo osservatorio come trova i risparmiatori italiani rispetto ad un anno fa: più o meno fiduciosi?
«Ho trovato i risparmiatori sorpresi dalla rapidità del fenomeno inflattivo, in pochi mesi siamo passati da una inflazione quasi assente al 7-8%. La sorpresa ha generato un po’ di disorientamento, che si è riflesso nelle scelte dei risparmiatori, che hanno deciso di lasciare la liquidità in conto corrente. Una scelta che nel breve periodo si può comprendere e anche giustificare, ma quando Banca d’Italia mi indica che la giacenza nei conti correnti supera i 1.600 miliardi di euro, direttamente riconducibili alle famiglie, io vedo dei numeri che da un lato sono straordinariamente buoni, se consideriamo la capacità di risparmio, ma dall’altro sono anche straordinariamente preoccupanti, perché evidenziano un timore, una mancanza di strategie da parte del risparmiatore».
La raccolta, nel suo complesso, come sta andando?
«Nel 2022 il sistema dei fondi italiani ha avuto una raccolta straordinariamente positiva, mentre i primi mesi del 2023 hanno registrato una volatilità degli asset, ma vediamo dai primi dati numeri positivi sui fondi azionari. Quindi, dopo un iniziale momento di sorpresa, il risparmiatore italiano ha avuto una reazione matura».
L’Unione Europea sta per pronunciarsi sulla vicenda delle retrocessioni dalle fabbriche prodotto ai distributori. Banche e reti di distribuzione dovranno sottostare a regole più severe. Incasseranno di meno. Che cosa succederà secondo lei?
«Credo si sia finalmente capito che il modello di distribuzione europeo è diverso dal modello di distribuzione anglosassone. Il nostro è un modello integrato, cosa che non accade in Inghilterra. Quello europeo è, a mio avviso, un modello vincente. Lo dimostra il fatto che le soluzioni proposte in Gran Bretagna hanno creato degli orfani di consulenza. Quanto alle regole, le nostre sono severe».
In pochi mesi è cambiato il mondo: inflazione e aumento dei rendimenti dei bond. Quindi, ancora una volta, per guadagnare bisogna prendersi sul mercato dei rischi che non tutti vogliono o possono permettersi.
«È necessario partire dal profilo del singolo risparmiatore. Credo sia importante fissare alcuni concetti. Anzitutto il fatto che attraverso la gestione di prodotti l’industria del risparmio consente di affrontare scenari differenti. In sostanza, compero un servizio che mi accompagna professionalmente su mercati più diversi, con al mio fianco un professionista che gestisce il mio investimento a fronte di scenari che possono rapidamente mutare. Questo è il grande vantaggio di un prodotto gestito».
Tema caldo è il «recruiting». I professionisti hanno età media avanzata e molti sono restii a lasciare. Come vi ponete di fronte ai giovani?
«Il Salone offre un’intera sezione dedicata, dopodomani, al tema dei giovani talenti. Abbiamo la responsabilità di trasmettere un messaggio ai più giovani per dire che la nostra industria è in grado di dare soddisfazioni sia a livello intellettuale che di carriera. Sull’educazione finanziaria invece stiamo investendo molto su linguaggi e digitale. Lo vedrete giovedì, quando il Salone sarà aperto a tutti». Quale sarà cosa più bella del Salone 2023?
«Sarà bello stare insieme con la possibilità di assistere ad oltre 120 conferenze. Lo scorso anno abbiamo avuto oltre 20 mila presenze: siamo sicuri che avremo gli stessi numeri, se non migliori».
” I fondi italiani
Nel 2022 il sistema dei fondi italiani ha avuto una raccolta straordinariamente positiva