QuattroR punta sul rilancio delle Pmi con Cassa depositi
Si prepara una nuova fase per QuattroR, la sgr nata nel 2017 per sostenere le imprese del made in Italy in stato di momentanea tensione finanziaria, fornendo capitali, una nuova strategia industriale e un supporto manageriale. Sono al lavoro il presidente Andrea Morante e il ceo Francesco Conte che ormai stanno completando gli investimenti e la missione del primo fondo da 711 milioni forniti da Cdp (300 milioni), Cassa Forense, Inail e Inarcassa. «Faremo ancora un paio di investimenti entro l’anno, che si aggiungeranno a Burgo, Casalasco, Fagioli, che abbiamo contribuito a rilanciare e sono diventate campioni nel loro settore», anticipano i manager che guardano a un nuovo fondo.
Con il know how acquisito nel rilancio di queste aziende la sgr parte dall’idea di rispondere a una iniziativa governativa,quella che va sotto il cappello del Fondo nazionale ristrutturazione imprese (Fnri), una delle gambe del Patrimonio Rilancio, lo strumento del ministero del Tesoro gestito dalla Cdp, riservato alla ristrutturazione delle aziende sopra i 50 milioni di ricavi, in crisi finanziaria ma con prospettive industriali. Lo strumento per intervenire nell’economia reale sono proprio i fondi di turnaround come QuattroR, che così diventa una piattaforma per gli investimenti alternativi.
«Pensiamo di raccogliere un fondo di circa 200 milioni — aggiunge Conte —, punteremo ad aziende di dimensione più contenuta ma di qualità, in una fase di difficoltà temporanea. La missione del nuovo fondo resta la stessa: dare supporto alle aziende, abbiamo sviluppato le capacità per intervenire con manager e una strategia che guarda ai nuovi trend industriali, come abbiamo fatto per Burgo». La metà della dotazione sarà sottoscritta da Fnri, il resto dai privati. Il lavoro è iniziato.
«Guardiamo alle imprese colpite da rincari, rialzo dei tassi e difficoltà nel finanziarsi — spiega Morante —. La condizione è sempre il risultato economico ma la chiave è il senso dell’iniziativa sociale: non perdere il know how delle imprese, salvaguardare i distretti e la capacità ingegneristica del Paese. Creatività e tecnologia sono le due risorse centrali delle imprese che spesso però non hanno avuto i capitali, i manager e le capacità gestionali». Il caso scuola è proprio Burgo, il più grande gruppo cartario. «QuattroR è stata determinante nel dare spazio e autonomia a un ottimo management. Nel 2020 aveva 500 milioni di debiti, oggi ha liquidità, oltre 2 miliardi di ricavi e un ebitda di 300 milioni, grazie a una riconversione industriale nelle carte per imballaggio e in quelle che andranno a sostituire la plastica», dice Morante. L’altro esempio è la Fagioli, 200 milioni di fatturato nei trasporti, sollevamenti eccezionali e impiantistica. Anche Trussardi, ha fatto lo stesso percorso ma in un contesto più difficile e con non poche difficoltà di turnaround. Adesso — dice Conte — cercheremo un partner che investa e assuma la gestione per apportare una competenza di settore che permetta di valorizzare un marchio storico».