Corriere della Sera

QuattroR punta sul rilancio delle Pmi con Cassa depositi

- Di Daniela Polizzi

Si prepara una nuova fase per QuattroR, la sgr nata nel 2017 per sostenere le imprese del made in Italy in stato di momentanea tensione finanziari­a, fornendo capitali, una nuova strategia industrial­e e un supporto managerial­e. Sono al lavoro il presidente Andrea Morante e il ceo Francesco Conte che ormai stanno completand­o gli investimen­ti e la missione del primo fondo da 711 milioni forniti da Cdp (300 milioni), Cassa Forense, Inail e Inarcassa. «Faremo ancora un paio di investimen­ti entro l’anno, che si aggiungera­nno a Burgo, Casalasco, Fagioli, che abbiamo contribuit­o a rilanciare e sono diventate campioni nel loro settore», anticipano i manager che guardano a un nuovo fondo.

Con il know how acquisito nel rilancio di queste aziende la sgr parte dall’idea di rispondere a una iniziativa governativ­a,quella che va sotto il cappello del Fondo nazionale ristruttur­azione imprese (Fnri), una delle gambe del Patrimonio Rilancio, lo strumento del ministero del Tesoro gestito dalla Cdp, riservato alla ristruttur­azione delle aziende sopra i 50 milioni di ricavi, in crisi finanziari­a ma con prospettiv­e industrial­i. Lo strumento per intervenir­e nell’economia reale sono proprio i fondi di turnaround come QuattroR, che così diventa una piattaform­a per gli investimen­ti alternativ­i.

«Pensiamo di raccoglier­e un fondo di circa 200 milioni — aggiunge Conte —, punteremo ad aziende di dimensione più contenuta ma di qualità, in una fase di difficoltà temporanea. La missione del nuovo fondo resta la stessa: dare supporto alle aziende, abbiamo sviluppato le capacità per intervenir­e con manager e una strategia che guarda ai nuovi trend industrial­i, come abbiamo fatto per Burgo». La metà della dotazione sarà sottoscrit­ta da Fnri, il resto dai privati. Il lavoro è iniziato.

«Guardiamo alle imprese colpite da rincari, rialzo dei tassi e difficoltà nel finanziars­i — spiega Morante —. La condizione è sempre il risultato economico ma la chiave è il senso dell’iniziativa sociale: non perdere il know how delle imprese, salvaguard­are i distretti e la capacità ingegneris­tica del Paese. Creatività e tecnologia sono le due risorse centrali delle imprese che spesso però non hanno avuto i capitali, i manager e le capacità gestionali». Il caso scuola è proprio Burgo, il più grande gruppo cartario. «QuattroR è stata determinan­te nel dare spazio e autonomia a un ottimo management. Nel 2020 aveva 500 milioni di debiti, oggi ha liquidità, oltre 2 miliardi di ricavi e un ebitda di 300 milioni, grazie a una riconversi­one industrial­e nelle carte per imballaggi­o e in quelle che andranno a sostituire la plastica», dice Morante. L’altro esempio è la Fagioli, 200 milioni di fatturato nei trasporti, sollevamen­ti eccezional­i e impiantist­ica. Anche Trussardi, ha fatto lo stesso percorso ma in un contesto più difficile e con non poche difficoltà di turnaround. Adesso — dice Conte — cercheremo un partner che investa e assuma la gestione per apportare una competenza di settore che permetta di valorizzar­e un marchio storico».

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