Corriere della Sera

Una giuria «inattesa e sorprenden­te»

- Di Paolo Mereghetti

Mai fidarsi troppo dei francesi, anche se sorridono aprendoti le braccia. Qui a Cannes il cinema italiano sembra l’invitato d’onore: Bellocchio, Moretti, Rohrwacher sono tra le punte di diamante della competizio­ne e il direttore Frémaux non perde occasione per citarli ed elogiarli. Ma poi vai a vedere che giuria li deve giudicare (giuria che è stata selezionat­a personalme­nte da Frémaux) e ti accorgi che c’è qualcosa che stride: già il presidente, Ruben Östlund, sembra lontanissi­mo dai gusti cinematogr­afici dei nostri tre registi, ma più scopri gli altri nomi, più ti sembra che ci sia un oceano (di esperienza, di gusto, di storia) a separarli dal cinema che l’Italia presenta a Cannes. Qualcuno ricorda la reazione di Moretti alla notizia che Julia Ducournau, tra i nove membri giudicanti quest’anno, aveva vinto la Palma d’oro con la storia di una donna che rimaneva incinta di una Cadillac? E il discorso non vale solo per noi italiani (che continuiam­o a non avere un giurato che possa difenderci, mentre ci sono due francesi e due americani) ma in generale per molti dei registi in gara — Aki Kaurismäki, Ken Loach, Todd Haynes, Wim Wenders, Hirokazu Koreeda, Wang Bing — campioni di un cinema piuttosto lontano da certi «eccessi» post qualche cosa. Staremo a vedere, alla fine, cosa deciderà questa giuria «inattesa e sorprenden­te» per usare gli aggettivi con cui il direttore l’ha presentata ieri alla stampa, sottolinea­ndo un «dialogo tra le generazion­i» che oggi sembra restare molto nell’empireo delle belle intenzioni. Inutile però fasciarsi la testa in anticipo: il programma sulla carta riserva molte sorprese, anche se i «bocconi» più attesi sono fuori concorso, cioè il film con Harrison Ford nei panni di Indiana Jones, il primo «western» di Martin Scorsese (le virgolette sono d’obbligo, visto che il protagonis­ta è un investigat­ore dell’Fbi che deve indagare sulle misteriose morti dei membri di una tribù Osage negli anni Venti) e il primo cortometra­ggio western — senza virgolette perché veramente ambientato nel West, con tanto di sceriffi e pistoleri — di Pedro Almodóvar. Senza dimenticar­e le sorprese che possono arrivare dalla Quinzaine e dalla Semaine de la Critique.

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