Pfm, la sfida è un disco live Ma Di Cioccio critica la figlia: con il suo libro cerca la fama
L’occasione è l’uscita di un nuovo disco della Pfm, The event - Live in Lugano, in arrivo venerdì. Ma Franz Di Cioccio, leader del gruppo, commenta anche l’uscita del libro della figlia Elena, Cattivo sangue, in cui ha raccontato una vita complessa, costellata di abusi e lutti, rivelando di essere sieropositiva da 21 anni e di non avere rapporti con il padre: «Certo che l’ho letto, cioè, ci ho dato un’occhiata, ma non sono interessato — dice Di Cioccio, 77 anni —. Non posso rispondere perché non ho niente da dire. Elena ha una sua vita personale condotta a modo suo. Evidentemente con questo libro voleva diventare famosa. Ha detto cose che non stanno né in cielo né in terra». Secondo il batterista, la figlia «ha un rapporto conflittuale con se stessa»: «Io non ho niente da perdonarle, ma per me ha scritto cose al limite, ha sbagliato. Sapete che persona sono, io non lascio mai le mie figlie per strada», sottolinea.
Tutto il resto è musica: The event - Live in Lugano «è l’inizio di una collana di album live» della Pfm, annunciano Di Cioccio e Patrick Djivas, a capo della storica formazione rock. È nato l’estate scorsa, dopo un concerto che ha visto ospiti il chitarrista Matteo Mancuso e Luca Zabbini all’organo, due giovani che hanno portato linfa vitale alla serata, prendendo parte a un processo creativo che, da più di 50 anni, si compie prevalentemente sul palco: «Abbiamo un bagaglio di 6 mila concerti, ci dedichiamo completamente al pubblico e siamo come degli impressionisti, facciamo macchie di musica, senza stare a guardare il genere», racconta Di Cioccio.
«Ogni sera sul palco nascono versioni diverse delle canzoni, quasi improvvisate. Non abbiamo mai fatto due volte uguale “Impressioni di settembre” — dice Djivas —. Per noi cambiare vuol dire mantenere vivo l’interesse ed è una sfida con noi stessi prima che con il pubblico».