Il Buonconsiglio? Questa città merita un trekking urbano
Da Piazza Duomo al Castello dei Principi-Vescovi un racconto architettonico rinascimentale e barocco
Non solo economia a Trento, neanche nei giorni del festival. Se da una parte gli esperti si confronteranno con il pubblico in un evento diffuso, dall’altra il capoluogo della Regione Trentino-Alto Adige che sfiora i centoventimila abitanti, includendo i sobborghi che lo circondano, possiede un enorme patrimonio culturale fatto di storia, arte e leggende, immerse in un contesto naturale sovrastato da imponenti montagne, la cornice bucolica che avvolge la città.
I secoli passati l’hanno plasmata e segnata come città dei Principi-Vescovi, signori incontrastati di un territorio che nel XVI secolo ha ospitato anche il famoso Concilio ecumenico, confermandosi ponte tra il mondo mediterraneo e quello continentale.
Una località dove è impossibile rinunciare a un trekking urbano, a una passeggiata fuoriporta o alla visita della Cattedrale di San Vigilio, esempio magistrale di stile romanico o del Castello del Buonconsiglio, simbolo del potere della città. La Fontana del Nettuno a Piazza Duomo (bella foto la statua del dio in cima), tra il Palazzo Pretorio e la Torre civica, è un esempio di barocco che richiama l’importanza della città già a partire dall’epoca paleocristiana — i resti dell’antica basilica si possono ancora vedere all’interno della Cattedrale — fino al Diciassettesimo secolo, dopo decenni rinascimentali impreziositi da case affrescate e palazzi cinquecenteschi.
Degni di una visita, lungo via Belenzani, Palazzo Alberti Colico, Palazzo Geremia e Palazzo Thun, attuale sede del Comune. Basta poi svoltare a destra in via Manci per trovare altri tesori, come Palazzo Saracini, Palazzo Sardagna e Casa Fugger, detta dai trentini «Palazzo del Diavolo», per via di un’antica leggenda legata ai Fugger, importante famiglia di banchieri tedeschi affermatasi tra il Medioevo e l’Età Moderna.
Al termine di questa passeggiata urbana si raggiunge il castello. Uno dei simboli della città, già residenza dei Principi-Vescovi nominati dagli imperatori del Sacro Romano Impero, questa roccaforte rappresenta il nucleo medievale della città. Poco oltre non va dimenticata la Torre dell’Aquila, dove si può ammirare la sequenza di affreschi del «Ciclo dei Mesi», capolavoro del gotico internazionale, e le preziose collezioni conservate nell’edificio.
L’opera d’arte naturale che domina il paesaggio trentino — senza dimenticare il panorama del monte Sorasass — è però l’Orrido di Ponte Alto, una delle mete più originali sulla collina est, proprio sopra la città. Il profondo canyon scavato dalle acque del torrente Fersina, nel corso di migliaia di anni, racchiude un’anima selvaggia, l’emozione del vuoto e un significativo valore scientifico.
Non solo, perché ospita dal ’500 alcune delle opere idrauliche più antiche del mondo, costruite per scongiurare le alluvioni in città. Architetture che hanno dato vita a due cascate di oltre 40 metri, che si fanno strada tra pareti di roccia rossa, accogliendo sentieri percorribili a piedi solo con l’aiuto di una guida esperta.
Natura vera
Non solo le montagne attorno, sulla collina est le opere idrauliche dell’Orrido di Ponte Alto