La positività e i saluti La fretta di Evenepoel Il Giro riparte senza padroni
Un gregario: «Io ho il Covid ma resto». Tornano le mascherine
«Anch’io ho il Covid ma non mi ritiro: se bastasse un test positivo, il Giro non arriverebbe a Roma». Sven Erik Bystrøm è un gregario dell’Intermarchè, squadra lontanissima dalla politica iper-protettiva della Soudal, che domenica notte ha ritirato Remco Evenepoel in maglia rosa dopo la crono vinta e due tamponi. Al netto della grave sgrammaticatura — l’organizzazione del Giro ha appreso del forfait della sua stella più brillante dai social anziché dai belgi, che si sono mossi con grande fretta e poca lucidità —, il problema è l’anarchia: in assenza di un protocollo comune, con l’Uci che consegna ogni responsabilità ai medici e ai team manager, una pericolosa confusione regna sovrana e l’obbligo della mascherina, in vigore da oggi in tutte le zone di contatto con i corridori, suona tardiva.
Per tutta la giornata di ieri si sono rincorse fantasiose ricostruzioni (Evenepoel si è ritirato perché sa che sulle montagne sarebbe stato in difficoltà: mah; Evenepoel punta al Tour: altamente improbabile che ci vada), a cui abbiamo deciso di non credere. La scelta della Soudal sembra piuttosto andare nella direzione della tutela della salute dell’atleta, come ha spiegato il boss Patrick Lefevere: «Questo non è un lavoro d’ufficio, nessuno sa cosa succede sotto la pelle di un corridore. Non vogliamo correre rischi». I fatti. Il fuoriclasse belga taglia primo il traguardo della crono di Cesena alle 17.07: la moglie Oumaima si accorge che ha un herpes sul labbro. «Sento che sto per ammalarmi» le confida Remco. Vestita la maglia rosa ed esaurite le formalità, il corridore si presenta in conferenza stampa per la prima volta senza mascherina. «Ho il naso tappato — dice — spero non si tratti del famoso virus...». Arriva in albergo a Campogalliano (Modena) intorno alle 21. Cosa succede dopo non è chiaro ma alle 22.31 (dopo averlo anticipato ai compagni e ad alcuni avversari, tipo Geraint Thomas della Ineos) sui social plana il comunicato della Soudal che annuncia la positività e il ritiro dal Giro, notizie condite da un sentito commiato. Perché tanta fretta? Perché non sfruttare il giorno di riposo per qualche esame più approfondito, far recuperare il corridore in vista di due tappe facili e verificare il suo stato di salute stamane, alla partenza della Scandiano-Viareggio? La spiegazione di Lefevere («La salute prima di tutto»: però ieri Remco si è sobbarcato un viaggio in auto di 12 ore per tornare a casa in Belgio) non giustifica il precipitoso corso degli eventi di domenica.
Il Giro riparte oggi con il vecchio Thomas in rosa (che come gesto di cortesia verso il leader assente potrebbe decidere di correre la tappa con la maglia Ineos: il regolamento lo permette), in vantaggio di 2” su Roglic e 5” sul compagno Geoghegan Hart. Quarto è Almeida (+22”), il primo italiano, Damiano Caruso, è 7° (+1’28”). Una corsa orba ma non accecata. Apertissima.