«Amici colpiti, lo stop a Imola una questione di coscienza»
«Non sarei mai stato a posto con la coscienza se solo avessimo provato a proseguire il Gran premio, sarebbe stata una follia andare avanti. Annullarlo era l’unica cosa giusta da fare». Stefano Domenicali, presidente della Formula 1, parla da Imola. La città dove è nato, e dove domenica era in programma il Gp dell’EmiliaRomagna e del Made in Italy. Un evento capace di creare un indotto da 270 milioni ogni anno, al quale avrebbero dovuto partecipare 160 mila persone.
Questa tragedia la tocca personalmente, quali sono stati i suoi primi pensieri?
«Quando vedi le immagini della devastazione in tv, quando ci sono vittime, quando poi tocchi la situazione con mano parlando con amici che sono stati evacuati o che hanno perso le loro cose, l’ultima cosa che ti viene in mente è la Formula 1. Prima di ripartire per Londra passerò un po’ di tempo con i miei, e con mia sorella. Tutti da queste parti sono scossi, anche se qui la situazione non è critica come in altri posti».
È successo nella sua EmiliaRomagna, nella sua città.
«So quanto aspettassero quest’evento, quando vivi a Imola attendi tutto l’anno il Gran premio. Per fortuna hanno funzionato i piani di evacuazione, gli organizzatori locali sono stati straordinari. So quanto dispiacere si possa provare nel vedere sfumare il lavoro di un anno intero. Essendo nato qui, conosco cosa c’è dietro e quanto orgoglio. Ma penso ai soccorritori ora: sono loro gli eroi».
Fino a che età ha vissuto a Imola?
«Fino a 30 anni. Studiavo nel liceo scientifico dietro alla pista. Qui ci sono i miei genitori, gli amici di sempre. Ho parlato con gente che è stata evacuata, gli è crollato il mondo addosso, di fronte a eventi del genere ti senti impotente. Ma la nostra gente ha uno spirito unico».
Ce lo può raccontare?
«In questa terra si piange poco e ci si tira su le maniche, c’è voglia di far andare le mani. Dopo questa disgrazia ci risolleveremo. Ma siamo solo all’inizio: quando l’acqua si ritirerà, e l’attenzione mediatica calerà, purtroppo si conteranno tanti altri danni. Attraverso la Formula 1 daremo una mano con una raccolta fondi a favore della Regione, ma anche per aiutare i ragazzi della scuderia di Faenza, l’AlphaTauri, alcuni loro sono stati profondamente colpiti».
Come si risolleverà la sua terra?
«Noi non molliamo davanti ai problemi, abbiamo nel dna la voglia di affrontare la vita con positività. Anche davanti alle tragedie. È il nostro modo di vivere e di andare avanti».
Queste emergenze amplificano allarmi legati al cambiamento climatico.
«Disastri così ti fanno capire l’impotenza dell’uomo. E anche che troppo spesso c’è chi si crede onnipotente. Bisogna salvaguardare il territorio anche nei periodi di non emergenza, se questo è un trend, dobbiamo imparare a gestire questi fenomeni in maniera strutturale. Sistemare i canali nei periodi di siccità, per esempio. Cerchiamo di trarne delle lezioni per il futuro».