Corriere della Sera

«La svolta della plastica, raccolta differenzi­ata nel 97% dei Comuni La Ue? Filiera a rischio»

Quagliuolo (Corepla): la direttiva va riconsider­ata

- Di Emily Capozucca

«Un lavoro imponente». Così Giorgio Quagliuolo, presidente di Corepla, descrive i 25 anni di attività del Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica. Durante l’evento «L’Evoluzione del Consorzio tra sfide e innovazion­e», che si terrà questa mattina alle 11.00 a Roma, verranno tirate le file di ciò che è stato fatto dal 1998 al 2022 e si parlerà degli impegni futuri.

Quali sono presidente i principali risultati raggiunti?

«Da una raccolta di 114 mila tonnellate, oggi arriviamo a un milione e mezzo. Siamo passati da un procapite di quasi due chili (1,9 chili) a 25 chili. La copertura dei Comuni è al 97% (dal 77% del 2022) mentre i consorziat­i sono passati da 1.216 a 2.480. Gli impianti di selezione, che dividono gli imballaggi nei vari polimeri, sono passati da 17 a 31 e gli impianti di riciclo da 52 a più di 90. Anche i quantitati­vi di imballaggi in plastica riciclati sono passati da 228 mila a oltre un milione di tonnellate avviate a riciclo tutti gli anni oltre ad aver avviato progetti scolastici con più di mezzo milione di bambini».

Durante l’evento sarà presentata anche una ricerca realizzata da Ipsos...

«Sì, dalla ricerca emerge che nonostante la sensibilit­à e l’attenzione dei cittadini verso la raccolta differenzi­ata sia cresciuta in maniera significat­iva, non sembra crescere la percezione della effettiva capacità dell’Italia di riciclo e riuso rispetto agli altri Paesi europei. L’Italia è un’eccellenza nel campo della gestione sostenibil­e degli imballaggi in plastica. I nostri stessi partner europei riconoscon­o il nostro primato in termini di raccolta, riciclo e riuso della plastica e ci copiano».

Perché gli italiani hanno una percezione “distorta”?

«Nei confronti della plastica c’è un atteggiame­nto molto negativo ma il nostro sistema funziona bene e dà ottimi risultati. C’è un problema di educazione».

I rifiuti non riciclabil­i possono essere anche una ricchezza energetica?

«Certo, Corepla ha avviato a recupero energetico 437.854 tonnellate che sono state utilizzate per produrre energia al posto di combustibi­li fossili. Attraverso il plusmix (i rifiuti plastici che non possono essere avviati a riciclo ndr.) ricaviamo un combustibi­le (Css) che viene generalmen­te utilizzato dai cementific­i e che sostituisc­e il pet-coke, un combustibi­le derivato dalla raffinazio­ne del petrolio con emissioni elevatissi­me».

Rimane il problema di una frazione di imballaggi che oggi sono difficilme­nte selezionab­ili e riciclabil­i ...

«Sono tradiziona­lmente poliaccopp­iati, composti cioè da più di un polimero dai quali però cerchiamo continuame­nte di estrarre prodotti che possano essere avviati sul mercato del riciclo».

Le prossime sfide?

«Puntiamo al completame­nto dell’estensione della raccolta differenzi­ata nel Paese, a una migliore raccolta differenzi­ata dal punto di vista qualitativ­o e alla ricerca sempre più precisa di metodologi­e di riciclo».

Cosa pensa del nuovo regolament­o europeo?

«Abbiamo puntato tutto sul riciclo, è assurdo ora fare un cambio di paradigma sul riuso e riutilizzo: metterebbe in crisi un’intera filiera industrial­e che abbiamo creato a fatica in 25 anni di lavoro. La crisi coinvolger­ebbe tutti i materiali. Fortunatam­ente il governo è al nostro fianco e speriamo che la normativa possa essere riconsider­ata».

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Giorgio Quagliuolo, presidente del Consorzio Corepla

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