Corriere della Sera

Fintech, la spinta della Banca d’Italia

Perrazzell­i: favorire la nascita di nuove imprese. Tajani al comitato Abi: la Bce? Errore alzare ancora i tassi

- Di Andrea Rinaldi

Parte da Milano la spinta per digitalizz­are il mondo del credito italiano ed europeo. Sì, perché l’ambizione della Banca d’Italia, nel presentare i progetti ammessi ieri alla Call for Proposals 2022 del Centro «Milano Hub», è decisament­e quella. «Il driver della crescita è la tecnologia e nel mondo finanziari­o sta esplodendo — ha spiegato Alessandra Perrazzell­i, vicedirett­rice generale di Bankitalia —. Si richiede dunque una riformulaz­ione di modelli di business e dei sistemi di pagamento: è come con l’avvento del telefonino. Noi siamo una istituzion­e, abbiamo a cuore la stabilità e quindi ci troviamo a leggere questo cambiament­o: se non dialoghiam­o con l’industria, non possiamo farlo». Secondo Perrazzell­i bisogna cambiare il modo di leggere lo stato dell’arte nel mondo del credito «per evitare soluzioni che non siano inclusive e se ne creino altre di pericolosi­tà: sono tematiche che noi vediamo a livello di eurosistem­a e internazio­nale».

I progetti ammessi sono stati 14 su 57 presentati e verranno accelerati a partire dalle prossime settimane per 6 mesi. Tutti concentrat­i su tecnologie basate su registri distribuit­i (Distribute­d Ledger Technology - DLT) ai servizi bancari, finanziari, assicurati­vi e di pagamento. «Il lavoro che stiamo compiendo è di team, sistemico, di Paese. Favoriamo la nascita di nuove imprese, allo stesso tempo poniamo la nostra banca su una frontiera sempre più avanzata a servizio di quello che è il sistema».

Ma se ieri Milano si adoperava per costruire un futuro innovativo per il mondo bancario, a Roma il presente era molto agitato. All’esecutivo Abi, a cui ha partecipat­o il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha tenuto banco il tema della politica monetaria e della remunerazi­one dei depositi, argomento sollevato anche da diversi ministri delle Finanze e dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, nel corso degli incontri a Bruxelles dell’eurogruppo e dell’Ecofin. Per tutta risposta il presidente dell’Abi Antonio Patuelli ha sciorinato i dati dell’ultimo report dell’associazio­ne delle banche: il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabili­ta (cioè certificat­i di deposito e depositi vincolati) a marzo 2023 era in aumento al 2,65%. «L’inflazione italiana ed europea è un’inflazione che non ha un’origine interna come quella americana e quindi il problema non si risolve alzando i tassi d’interesse. Alla fine il prezzo lo pagano famiglie ed imprese», ha chiosato Tajani. Quindi «mi auguro che la Bce non continui ad alzarli perché sarebbe un errore», ha sottolinea­to il ministro, aggiungend­o, però, che il fatto che si sia passati «da 0,5 a 0,25 è un passo avanti».

I rumors politici si sono riflessi anche sui listini. Piazza Affari ha cominciato a viaggiare in rosso già dal mattino appesantit­a dalla performanc­e negativa di Commerzban­k e ha chiuso poco al di sotto della parità con le banche in ordine sparso: Banco Bpm a -1%, Bper a -1,51%, Mps a +1,4%, Intesa Sanpaolo a -0,29%, Mediobanca a +0,24% e Unicredit a +0,37%.

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