«I messaggi degli artisti sono una responsabilità»
«Di canzoni impegnate non se ne scrivono quasi più, ma la musica resta un linguaggio universale, ha ancora il potere di veicolare messaggi importanti a vaste platee. Ed è una responsabilità». Al suo debutto da direttore artistico della sezione musicale di We Make Future, Roy Paci è convinto che l’innovazione al centro della 3 giorni riminese passi anche dalle sette note. «Se i Coldplay proiettano una frase a favore dell’ecologia durante un loro concerto, quel gesto può fare la differenza», dice il trombettista e cantautore siciliano, a capo dell’etichetta e società di produzione di eventi Etnagigante. «Per il WMF Music Fest mi sono concentrato sull’idea di futuro coinvolgendo artisti che vedo proiettati oltre la contemporaneità, perché amano esplorare, reinventarsi».
Il risultato è un cartellone che metterà d’accordo più generazioni. Il 15 giugno sul palco principale sono attesi Dargen D’Amico, il «cantautorapper» della sanremese Dove si balla, anche giudice di X Factor, e Dardust, produttore dietro a molti successi del pop italiano, nonché pianista e compositore che qui presenterà il lato elettronico del recente album «Duality». Il 16 lo stesso palco ospiterà il djset di Samuel dei Subsonica, mentre i Boomdabash, reggae band da qualche anno regina dei tormentoni estivi, saranno al mixer per il Beach Party al Beky Bay di Igea Marina.
«Innovazione oggi è sinonimo di Intelligenza Artificiale, che a me non spaventa», prosegue Roy. «Molti storceranno il naso, ma se mi servisse non avrei remore a farmi impiantare una parte bionica nel corpo. Bisogna, però, evitare un uso sbagliato di questa come di altre tecnologie: oggi con un clic potremmo spegnere il mondo, servono regole e urge un’educazione». Nel WMF Music Fest sono anche previsti, nell’area fieristica, esibizioni di busker e concerti di giovani band selezionate attraverso un contest. «Il sottobosco merita sempre attenzione perché è da lì che affiora il nuovo», commenta Roy, ansioso, dice, di incontrare Sophia, il robot umanoide che co-condurrà gli appuntamenti sul Mainstage. «Mi fa sorridere che si chiami quasi come la mia tromba: quando la comprai 30 anni fa la battezzai Sofia anche in omaggio al valore della conoscenza».