Corriere della Sera

Facciamo le scuse a Inzaghi

- Di Beppe Servergnin­i

Dobbiamo le nostre scuse all’allenatore dell’Inter, Simone Inzaghi, detto Inzaghino (per via di un fratello maggiore, milanista). Ma lui deve provare a capirci. La finale di Champions è un sogno a occhi aperti. L’Italia, ieri, era piena di nerazzurri che si davano pizzicotti a vicenda, per controllar­e d’essere svegli. Essendo una squadra pazza — deliziosam­ente pazza, ma il quadro clinico non si cambia in pochi mesi — l’Inter ha colleziona­to undici (!) sconfitte in campionato e una serie di prestazion­i eccellenti in Champions, fino al biglietto per Istanbul. Senza contare la finale di Coppa Italia. Avremmo sottoscrit­to una stagione del genere? Certo che sì. Quella vista in campo contro il Milan — esausto, ma con lo scudetto sulla maglia — è una squadra compatta, coriacea e combattiva. Merito dell’allenatore o dei giocatori? Fino a due mesi fa, molti tifosi dicevano: merito dei giocatori! Nei grandi appuntamen­ti trovano da soli la motivazion­e, nelle partite di campionato — quelle apparentem­ente più semplici — perdono concentraz­ione. E l’allenatore non è capace di fargliela ritrovare.Bè, dobbiamo rivedere queste convinzion­i. Forse, senza quella strana pausa tra il 10 marzo e il 15 aprile (un punto in cinque giornate!), la squadra non si sarebbe presentata così pimpante agli appuntamen­ti decisivi. Inzaghi ha calcolato tutto? Oppure è stato fortunato? Non si sa, e non è importante. Calcolo e fortuna sono due virtù, in certi mestieri. Alcune scelte, col senno di poi, appaiono mirabili: la promozione di Mkhitaryan, Acerbi e Onana; la consacrazi­one di Dimarco; gli spostament­i di Darmian e Calhanoglu; l’attesa paziente di Lukaku, Brozovic e Dumfries. Qui la fortuna non c’entra. Resta un fatto, magnifico per chi sogna in nerazzurro: nel 2003 l’Inter uscì in semifinale contro il Milan (con due pareggi) e nel 2023, contro i rossoneri, passa in finale di Champions (con due vittorie). Un circolo si chiude, e molto merito va a Simone Inzaghi. Con la sua aria filosofica, la sua educazione e il suo autocontro­llo ansioso ci ha spiazzato tutti. Continui a farlo, per favore.

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