Corriere della Sera

Allegri, il piano giusto «Annata folclorist­ica ora voglio un regalo»

Juve a Siviglia, Max: «Non ho mai visto Budapest»

- DAL NOSTRO INVIATO Massimilia­no Nerozzi

Non c’è scaramanzi­a che tenga, davanti alla fiducia e al senso degli investimen­ti: «Ho già bloccato tre biglietti aerei per la finale di Budapest, sennò domani notte costano il doppio», sorride un tifoso bianconero sull’aereo che sta atterrando in Andalusia: il secondo round di Siviglia-Juve vale il pass per giocarsi l’Europa League, dentro un estadio Sanchez Pizjuan ribollente e fin qui impossibil­e per tutti, in Coppa (8 gol fatti, zero subiti). «Vogliamo arrivare in finale in un’annata folclorist­ica, chiamiamol­a così — esordisce Massimilia­no Allegri — anche se sappiamo che sarà una partita molto difficile. E poi a Budapest non ci sono mai stato, spero che i ragazzi mi facciamo questo regalo».

È tempo di rivincite, non di rimpianti: «È stata una stagione in cui ti svegliavi e avevi meno punti, poi te li rimettevan­o, poi te li ritolgono, ma abbiamo preso tutto come un’opportunit­à». Non c’è miccia — dall’arbitro a Ceferin, il menù delle domande — che trascinarl­o in polemica: «Noi dobbiamo solo pensare al campo, e fare quello per cui siamo stati chiamati, cioè il meglio». Tira aria di buonumore, già un secondo dopo l’arrivo in una sala stampa corta all’inverosimi­le e larghissim­a: «C’è ampiezza, e siamo corti, bene», sorride l’allenatore, mentre sulla corsia sinistra (della sala) c’è l’ad Maurizio Scanavino, oltre al capo dell’area football, Francesco Calvo, che però è ormai un habitué. Scappa da ridere pure a Cuadrado, che siede a fianco del tecnico: «Dobbiamo pressare alto, per non lasciarli giocare». Pausa: «Se il mister ci lascia». Risate.

Allegri, as usual, spiegherà poi che ha due dubbi, «a centrocamp­o e in attacco», ma in realtà è tentato da un’intuizione delle sue: Kean dall’inizio, come non succede dal primo aprile (59’ a Verona), invece del Milik che era favorito su Vlahovic. Si annuncia una discreta bolgia, come sempre qui: «Vogliamo la settima coppa, se lo United ha conosciuto il manicomio di Nervión (il quartiere dello stadio, ndr), la Juve saprà cos’è un manicomio nel bel mezzo dell’inferno», scrivono gli ultrà Biris Norte. «Qui l’ambiente si sente», conferma Cuadrado. Di certo, la razzia in questa competizio­ne fa impression­e: due Coppe Uefa e altre 4 con la nuova griffe.

Una sorta di Siviglia League. «Loro saranno spinti dal pubblico, ma noi avremo spazi importanti per fagli male — aggiunge Allegri — ci vorrà personalit­à quando avremo la palla». A sera i tifosi di casa stanno comprando t-shirt rosse con una scritta bianca: «Nunca te rindas», non mollare mai. Vale per tutti.

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(Getty) La fiducia Max Allegri, 55 anni: la Juve è a caccia dell’Europa League, trofeo mai vinto

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