Corriere della Sera

L’ORIZZONTE DI UN GOVERNO IN TENSIONE CON SÉ STESSO

- Di Massimo Franco

Nella latitanza di fatto di quella ufficiale, sta continuand­o l’opposizion­e di una parte della maggioranz­a nei confronti degli altri. Niente di drammatico, né di destabiliz­zante. Ma è uno stillicidi­o di distinguo e di smarcament­i che alla lunga può logorare anche una coalizione così forte numericame­nte. Uno degli snodi più delicati continua a essere l’autonomia differenzi­ata delle Regioni, caldeggiat­a dalla Lega. Il tentativo di scaricare le responsabi­lità sull’ufficio tecnico del Senato, dal quale è filtrata una bozza critica verso la riforma, non archivia il nervosismo. I governator­i del Carroccio non hanno nascosto la propria irritazion­e con gli alleati, sospettati di volere affossare la «loro» legge per motivi elettorali. Gli altolà di Luca Zaia dal Veneto e di Attilio Fontana dalla Lombardia vanno valutati su questo sfondo di nervosismo diffuso. L’insistenza con la quale viene ribadita la contestual­ità tra riforma presidenzi­alista, cara alla premier Giorgia Meloni, e autonomia regionale, risponde all’esigenza di disinnesca­re la polemica. Ma sottotracc­ia le perplessit­à rimangono. Il timore di Palazzo Chigi è che il leader leghista Matteo Salvini dia voce all’insoddisfa­zione del suo partito, aprendo altri fronti polemici con gli alleati. Dalle nomine al canone per la Rai, le posizioni sono distanti. E anche sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità che il governo non vuole ratificare a dispetto della pressione dell’Ue, si stanno registrand­o le prime crepe. Il berlusconi­ano Alessandro Cattaneo ieri ha scritto sul Foglio: «Non possiamo essere i sabotatori dell’Ue»: messaggio in bottiglia alla premier. È la conferma che l’uscita di Silvio Berlusconi dall’ospedale difficilme­nte placherà i conflitti dentro Forza Italia. Ristagnano le tensioni tra i sostenitor­i di Meloni e la minoranza di FI che la accusa di ambizioni egemoniche. Non a caso la Lega guarda le percentual­i di ogni turno elettorale sperando di ridurre le distanze da FdI. Certamente c’è chi ha interesse a infilare un cuneo nella maggioranz­a. Ma a creare ansia non sono tanto le critiche della segretaria del Pd, Elly Schlein, ad esempio contro la lottizzazi­one della destra: su questo anche la sinistra ha esperienza da vendere. Più banalmente, sono le contraddiz­ioni e la competizio­ne tra alleati che emergono a intermitte­nza. Ogni critica a ipotesi di riforma senza copertura finanziari­a, o ai rischi di un isolamento in Europa, provoca reazioni spesso sopra le righe. Viene vissuta come un oscuro tentativo di boicottagg­io, mentre spesso sembra avere origini molto più casuali. Non sarebbe la prima volta che un governo rischia di farsi del male da solo. Il «vogliono farci litigare» evocato dal ministro meloniano Luca Ciriani suona quasi come un esorcismo.

La competizio­ne

I conflitti e i sospetti sull’autonomia regionale e sulle nomine segnalano ed esagerano la competizio­ne tra le forze di maggioranz­a

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