Programmi in bilico e cambi di format Sospetti e paure in Rai
Questione pluralismo e possibili ricadute per «Mezz’ora in più»
La conta dei sommersi e dei salvati in Rai non è ancora finita. Manca una manciata di giorni al consiglio di amministrazione di giovedì 25 maggio, quando molto probabilmente sarà varata la griglia delle nuove direzioni di genere e di testata. E poi ci vorrà ancora più di un mese prima che i palinsesti autunnali vengano presentati ufficialmente: il 7 luglio. Nel frattempo lo scorso cda che ha ratificato la nomina del nuovo ad Roberto Sergio, dopo l’addio di Fabio Fazio, è sembrato voler sgombrare il campo dai sospetti di epurazioni future e ha confermato una manciata di programmi tra cui Report, Cartabianca, Chi l’ha visto?, Mezz’ora in più, Fame d’amore, Linea Verde, I Fatti Vostri, Tv talk. All’appello manca la striscia quotidiana di Marco Damilano, Il cavallo e la torre, su Rai Tre: le indiscrezioni che circolano vedrebbero il programma in via di conferma ma sicurezze non ce ne sono.
«Circa i programmi confermati nello scorso cda non si è parlato né di conduzioni né di collocazioni» dice la consigliera Francesca Bria (quota Pd). La precisazione apre scenari inediti: molti di questi programmi sono legati a filo doppio ai loro «capitani» e difficilmente potrebbero passare di mano. A meno che qualcuno non fosse messo nelle condizioni di rinunciarvi. Prendiamo Report: il programma di Sigfrido Ranucci va ora in onda il lunedì, ma negli ultimi giorni si è parlato di un suo spostamento nella fascia domenicale di Che tempo che fa. Un’ipotesi che ha allarmato Ranucci: «Se qualcuno vuole mettere in difficoltà la trasmissione, strumentalizzandola o spostandola in condizioni difficili, sbaglia» ha detto, mettendo le mani avanti.
Ma se la collocazione di un programma può essere determinante, ancora di più può fare la differenza il modo in cui le trasmissioni vengono impostate. La nuova Rai deve essere improntata al pluralismo, fanno sapere ai piani alti di Viale Mazzini: ad esempio non sarà più possibile che una trasmissione abbia ospiti di una sola parte politica. Una questione già dibattuta presso l’Autorità per le comunicazioni sulla scia di alcuni ricorsi. Secondo alcune passate pronunce, il pluralismo può considerarsi rispettato se un programma assicura ospiti di tutte le parti politiche nel complesso delle sue puntate, e non in ciascuna. É questa la modalità che si è data, ad esempio, Mezz’ora in più,e che la conduttrice Lucia Annunziata sembra intenzionata a difendere, così come, del resto, ha sempre fatto Fazio. E a proposito del conduttore di Che tempo che fa, si dice che a farlo desistere dal restare in Rai sarebbe stata anche l’ipotesi, circolata solo sui giornali, che il suo programma sarebbe stato dimezzato, privato cioè della parte più politica, limitandosi all’intrattenimento.
Tutte paure che andranno messe alla prova dei fatti ma che per ora mettono in fibrillazione alcuni dei personaggi meno in sintonia con l’attuale governo. Qualcuno, ostentando calma, osserva che l’addio di Fazio e le polemiche sulla sua epurazione hanno già messo un freno al «ribaltonismo» del nuovo esecutivo. Sarà, ma persino Fiorello qualche giorno fa, a VivaRaiDue, a 15 giorni dalla fine del suo fortunato programma, sembrava ancora a caccia di conferme: «Ci saremo ancora in autunno? E chi lo sa?».