Corriere della Sera

Discese ardite e risalite «La tappa più difficile ma anche la più bella» Parola di eco-corridori

La sfida elettrica ha conciso con il Giro vero e proprio

- Di Luca Delli Carri

«Il momento più difficile? La discesa». Stranezze del ciclismo. Del tappone alpino ti aspetti di sentire parlare delle salite pazzesche, delle temute pendenze a doppia cifra, dello sfinimento di una salita come quella che porta a Crans Montana, quasi mille metri di dislivello positivo in 13 chilometri, con una media del 7,2 per cento e punte del 13 per cento. E invece, chi c’è salito confessa che il momento più duro è stata la discesa dopo Croix de Coeur. Ma in fondo, è la stessa cosa che dice chi scala l’Everest: il difficile non è salire, ma scendere.

Assaggi di ciclismo da Serie A, ieri al Giro-E. Forse per la prima e unica volta, il percorso del Giro elettrico ha coinciso anche per lunghezza con quello del Giro d’Italia, che a causa delle avverse condizioni meteo ha accorciato il percorso fino a 74,6 chilometri, neanche dieci in più dei ciclisti a motore. Se c’è mai stata una tappa veramente «da pro», è dunque stata quella di ieri.

«È la più bella del Giro-E 2023, non ci sono dubbi», commenta Amedeo Tabini, il capitano del team FLY-Citroën. «Io il Giro d’Italia non l’ho mai fatto, ma questa è davvero una tappa che ci si avvicina. Posso dire di avere coronato un sogno».

Un metro e 90 per 90 chili («non ho il fisico da scalatore, diciamo che sono in target con la bici elettrica», dice scherzando), Tabini è un ex ciclista élite ed è l’unico che ha pedalato tutte le tappe del Giro-E dalla sua nascita, compresa l’edizione numero zero del 2018.

«L’evento è cambiato, ma in meglio, ed è anche diventato più sostenibil­e». In tema di sostenibil­ità, il team FLYCitroën conta su due vetture d’appoggio full electric, due Citroën ë-C4 X Elettrica. «Abbiamo già fatto 5 mila chilometri, ricarichia­mo alle colonnine, in città, in autostrada». Ieri pedalava con loro anche il direttore marketing di Citroën Italia, Alessandro Musumeci.

Tra gli altri partecipan­ti che hanno tagliato il traguardo di Crans Montana c’era Alessandro Iraci, del trio degli Autogol, oltre due milioni gli iscritti su YouTube che seguono le loro parodie e imitazioni di personaggi dello sport. «Bellissimo­oo! L’ho detto a mia moglie: dopo essermi sposato e la nascita di mia figlia, è la cosa più bella della mia vita! Per fare un paragone con il calcio, questa giornata è stata la mia Champions League», esclama.

«Esperienza stupenda, gioia incredibil­e. Salite toste: la prima erano dieci chilometri, media del 10-11 per cento, massacrant­e. Siamo saliti a 18-19 orari, in certi punti anche a 20-22. La pedalata assistita è una magia. Quando arrivi dove non ci sono più alberi, e vedi veramente la montagna, con la neve, i tifosi che ballano con la musica attendendo i ciclisti… è come correre al Giro vero, la gente

Tabini (FLY-Citroën) «Questa è una tappa molto particolar­e. Posso dire di avere coronato un sogno»

ti applaude come se fossi Roglic».

La bici gli piace. «Molto, perché pedalando entri in una dimensione dove sei solo con te stesso, pensi tanto, è un modo per staccare il cervello. Mi fa stare proprio bene». Tifava Pantani. «Sono cresciuto nel mito di Marco, avevo dieci anni quando lui vinceva e mi sono innamorato del ciclismo per lui. Questa tappa l’ho scelta per puro masochismo, ma tagliato il traguardo ho pensato a mio nonno e a mio papà, con i quali ho sempre guardato il Giro e con cui ci chiedevamo come fosse veramente, e mi sono emozionato».

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FLY- Citroën (a destra Alessandro Musumeci di Citroën Italia)
Il team FLY- Citroën (a destra Alessandro Musumeci di Citroën Italia)

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