L’opera «fragilissima» che lega arte e artigianato
Va alla giapponese Eriko Inazaki e alla sua piccola nuvola di schegge di ceramica bianca vetrificata il premio Loewe 2023 Risposta analogica al digitale
«Sono nata nel 1950. Verso la fine del 1950, ma pur sempre nel 1950. Da allora ho sentito tanta gente parlare della morte del romanzo, la morte della moda, la morte delle arti applicate. Prendo atto che tutti quelli che dicevano quelle cose sono morti».
S’increspa leggero sulle labbra di Fran Lebowitz il celebre sorriso sarcastico, ma anche la scrittrice piu cinicamente newyorchese non ha potuto non emozionarsi un po’ martedì scorso, consegnando il premio Loewe 2023 all’artista giapponese Eriko Inazaki. Perché la sua opera, Metanoia, una nuvola di circa 20 centimetri di diametro fatta di microscopiche schegge di ceramica bianca vetrificata, ha battuto una concorrenza fortissima — giudizio unanime dei giurati sul livello delle opere in concorso —e ha davvero impressionato per l’impatto emotivo, e la poesia.
È la sesta edizione del Loewe Foundation Craft Prize organizzato dalla fondazione e fortissimamente voluto dal direttore creativo del marchio spagnolo, Jonathan Anderson, per portare in scena gli artisti-artigiani che con il lavoro — vetro, ceramica, legno, tessuti, metalli —sovrappongono ogni giorno le categorie di arte e artigianato.
La sede scelta — il museo Noguchi a Queens, New York, casa e laboratorio dello scultore nippoamericano (1904-1988) discepolo di Brancusi — confermava la volontà di illustrare questa dimensione della creatività, antichissima e attuale. In una fase storica nella quale il «fatto a mano» diventa decisivo, commercialmente e concettualmente, nella moda, un Craft Prize acquista ancora piu significato specialmente se come Anderson — alla premiazione lodevolmente casual in jeans e felpa dei Cure — si pensa che le arti applicate siano la risposta analogica al digitale imperante: «From brain to hand», come dice lo stilista, dal cervello alla mano.
Uno dei giurati, il saggista e direttore emerito del Design Musem londinese Deyan Sudjic, spiegava che «il movimento arts & crafts nell’era vittoriana nasce come risposta al terrore suscitato dalle macchine, dalla rivoluzione industriale. Ora facciamo i conti con la rivoluzione digitale ma la tecnologia non è necessariamente nemica, c’erano in concorso lavori realizzati con la stampante 3D».
La vincitrice, con assoluta
” Deyan Sudjic La tecnologia non è necessariamente nemica: in concorso anche lavori fatti con stampanti 3D
franchezza molto poco giapponese — è la cultura delle ellissi — ammetteva con il Corriere che Metanoia è il diario di una profonda crisi personale. «È un’opera fragilissima. Se si fosse rotta nel trasporto qui a New York non ne avrei fatta un’altra. Sarebbe stata la fine».