«Sono disabile, il mio condominio boicotta l’ascensore»
Sono disabile, lesionato midollare dopo un incidente sugli sci. Tre anni fa decido di acquistare un appartamento al quarto piano in uno stabile senza ascensore. Non volevo farmi privare dalla malattia di un sogno. Sapevo che costruire un ascensore non sarebbe stato impossibile avendo come presupposti la disabilità riconosciuta e la disponibilità a sostenere tutte le spese. Invece mi sbagliavo. Alla mia prima richiesta in assemblea di condominio, la risposta è stata negativa. Ho pensato, provo a chiedere al Comune un permesso per costruire l’ascensore e forte di questo risolverò l’intoppo. Potrebbe sembrare strano, anche il comune di Verona nega questo permesso: inizia quindi una trafila di contestazioni dapprima al Tar Veneto, ancora negativo e alla fine al Consiglio di Stato che chiede al Comune di rivedere il progetto per capire se non ci siano margini per autorizzarlo. Poi forte dell’autorizzazione del Comune, informo i condomini che il 28 novembre 2022 avrebbero avuto inizio i lavori. Quel giorno è arrivata l’impresa edile, ma aperto il portone di accesso alla zona garage, mi sono trovato un’auto parcheggiata nel vialetto di accesso e una seconda sopra l’area in cui dovevano iniziare i lavori. Quindi tutto bloccato, è dovuta intervenire l’autorità giudiziaria che dopo circa tre mesi fa spostare e pone sotto sequestro l’auto incriminata. E siamo arrivati al «sub iudice» attuale. Sono in attesa che, dopo mia richiesta specifica, un giudice sentenzi che la condotta ostruzionistica di questo condomino deve terminare e non più ripetersi. Oramai sono passati 3 anni, 2 gradi di giudizio. Scalare un ottomila forse sarebbe stato più facile.
Pierpaolo Pasqualotto, Verona