Mare, energia, turismo e produzioni specializzate: le 4 filiere per il rilancio del Sud
Fitto, Pichetto, Salvini e Tajani al forum di The European House-Ambrosetti
In gioco è la partita economica e politica dell’Italia nello scacchiere del Mediterraneo. A specificarlo è il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto. «Va sviluppato un ragionamento con i Paesi africani, che crei le condizioni perché la piattaforma naturale rappresentata dall’Italia nel Mediterraneo possa — chiarisce Fitto — trovare degli investimenti che ne rafforzino il ruolo, anche dal punto di vista dell’interlocuzione a livello europeo». Il ragionamento del ministro emerge dal suo intervento alla seconda edizione del Forum «Verso Sud», organizzato da The European House-Ambrosetti, con il patrocinio del ministero guidato dallo stesso Fitto, e dedicato al tema della «Strategia europea per una nuova stagione geopolitica, economica e socio-culturale del Mediterraneo». Il forum è l’occasione per illustrare, da parte di Valerio De Molli, ceo di The European House-Ambrosetti, le proposte contenute nel Libro Bianco «Verso Sud». Dal documento emergono 4 filiere strategiche per fare del Sud Italia il baricentro della crescita e della cooperazione del Mediterraneo.
A partire dallo sviluppo della filiera dell’economia del mare, seguito dalla sfida nel settore energetico, cosi come il potenziamento del turismo e della filiera delle produzioni specializzate, L’obiettivo è, dunque, garantire all’Italia un peso strategico nell’area del Mediterraneo, che vale il 20% del traffico marittimo e il 27% dei servizi di trasporto container mondiali.
A fronte di queste cifre viene ricordato che le risorse per il rafforzamento del ruolo dell’Italia già ci sono, manca, invece, la pianificazione. «La dote finanziaria per il Mezzogiorno tra adesso e il 2027, tra fondi Pnrr, Fondi strutturali europei e Fondi per la coesione e fondi nazionali, si aggira intorno ai 350 miliardi di euro», osserva l’amministratore delegato di Invitalia, Bernardo Mattarella, durante un panel moderato dal direttore del Corriere, Luciano Fontana. Il cortocircuito riguarda, come constata Mattarella, la gestione dei piani di spesa. «Il problema del Mezzogiorno non è mai stato di carenza di risorse finanziarie, ma di programmazione, progettazione e di capacità di spesa». A pensarlo è anche il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin: «Continuo a sostenere che la grande difficoltà del nostro Paese è riuscire ad avere tempi certi per le decisioni e per le opere». Un concetto che coincide con i timori di Fitto sulla realizzazione del Pnrr entro il 2026. «Sarà fondamentale trasformare le decine di piccoli obiettivi in pochi grandi, con la possibilità di concentrare le risorse su grandi interventi strategici», ammette.
In tema di maxi opere per il Sud tocca al ministro delle Infrastrutture e vicepremier, Matteo Salvini, ricordare che il Ponte sullo Stretto di Messina è «un’infrastruttura assolutamente fondamentale, oltre che una soluzione di ingegneria all’avanguardia a livello mondiale, capace di attrarre turismo». Per il governo partecipa al forum anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, soffermandosi sulla questione delle migrazioni nel Mediterraneo. Un’urgenza che «non è solo italiana. Serve un piano Marshall europeo. Con Libia e Tunisia pensiamo a una politica di investimenti italiana, denominata “piano Mattei”. L’Italia non può essere il punto d’arrivo di tutti nel generale disinteresse».