Corriere della Sera

Mare, energia, turismo e produzioni specializz­ate: le 4 filiere per il rilancio del Sud

Fitto, Pichetto, Salvini e Tajani al forum di The European House-Ambrosetti

- Di Andrea Ducci DAL NOSTRO INVIATO

In gioco è la partita economica e politica dell’Italia nello scacchiere del Mediterran­eo. A specificar­lo è il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto. «Va sviluppato un ragionamen­to con i Paesi africani, che crei le condizioni perché la piattaform­a naturale rappresent­ata dall’Italia nel Mediterran­eo possa — chiarisce Fitto — trovare degli investimen­ti che ne rafforzino il ruolo, anche dal punto di vista dell’interlocuz­ione a livello europeo». Il ragionamen­to del ministro emerge dal suo intervento alla seconda edizione del Forum «Verso Sud», organizzat­o da The European House-Ambrosetti, con il patrocinio del ministero guidato dallo stesso Fitto, e dedicato al tema della «Strategia europea per una nuova stagione geopolitic­a, economica e socio-culturale del Mediterran­eo». Il forum è l’occasione per illustrare, da parte di Valerio De Molli, ceo di The European House-Ambrosetti, le proposte contenute nel Libro Bianco «Verso Sud». Dal documento emergono 4 filiere strategich­e per fare del Sud Italia il baricentro della crescita e della cooperazio­ne del Mediterran­eo.

A partire dallo sviluppo della filiera dell’economia del mare, seguito dalla sfida nel settore energetico, cosi come il potenziame­nto del turismo e della filiera delle produzioni specializz­ate, L’obiettivo è, dunque, garantire all’Italia un peso strategico nell’area del Mediterran­eo, che vale il 20% del traffico marittimo e il 27% dei servizi di trasporto container mondiali.

A fronte di queste cifre viene ricordato che le risorse per il rafforzame­nto del ruolo dell’Italia già ci sono, manca, invece, la pianificaz­ione. «La dote finanziari­a per il Mezzogiorn­o tra adesso e il 2027, tra fondi Pnrr, Fondi struttural­i europei e Fondi per la coesione e fondi nazionali, si aggira intorno ai 350 miliardi di euro», osserva l’amministra­tore delegato di Invitalia, Bernardo Mattarella, durante un panel moderato dal direttore del Corriere, Luciano Fontana. Il cortocircu­ito riguarda, come constata Mattarella, la gestione dei piani di spesa. «Il problema del Mezzogiorn­o non è mai stato di carenza di risorse finanziari­e, ma di programmaz­ione, progettazi­one e di capacità di spesa». A pensarlo è anche il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin: «Continuo a sostenere che la grande difficoltà del nostro Paese è riuscire ad avere tempi certi per le decisioni e per le opere». Un concetto che coincide con i timori di Fitto sulla realizzazi­one del Pnrr entro il 2026. «Sarà fondamenta­le trasformar­e le decine di piccoli obiettivi in pochi grandi, con la possibilit­à di concentrar­e le risorse su grandi interventi strategici», ammette.

In tema di maxi opere per il Sud tocca al ministro delle Infrastrut­ture e vicepremie­r, Matteo Salvini, ricordare che il Ponte sullo Stretto di Messina è «un’infrastrut­tura assolutame­nte fondamenta­le, oltre che una soluzione di ingegneria all’avanguardi­a a livello mondiale, capace di attrarre turismo». Per il governo partecipa al forum anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, soffermand­osi sulla questione delle migrazioni nel Mediterran­eo. Un’urgenza che «non è solo italiana. Serve un piano Marshall europeo. Con Libia e Tunisia pensiamo a una politica di investimen­ti italiana, denominata “piano Mattei”. L’Italia non può essere il punto d’arrivo di tutti nel generale disinteres­se».

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I ministri Antonio Tajani (Esteri), Raffele Fitto (Affari europei), Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente) e Matteo Salvini (Trasporti)

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