Corriere della Sera

«L’età pesa, addio Indiana Jones Adesso ho bisogno di riposare»

Harrison Ford: «Mi è piaciuto essere giovane, non posso chiedere di più»

- DAL NOSTRO INVIATO Valerio Cappelli

Il suo nome è Jones, Indiana Jones. Gentile, malinconic­o, lontano mille pianeti dal suo intrepido eroe, Harrison Ford centellina le parole, si commuove passando in rassegna la sua vita al cinema: «Dicono che quando stai per morire vedi tutta la tua vita passarti davanti agli occhi. E ho appena visto la mia vita passarmi davanti agli occhi», dice con i lucciconi agli occhi.

È in un completo grigio, sembra un broker di Wall Street più che un divo di Hollywood. Ha quel suo sorriso che si arrampica sulla guancia, mentre il resto del cast lo omaggia facendogli sentire il senso di una comunità che si è ritrovata. Quando il più giovane dice che andava a vedere Indiana Jones con i genitori, Harrison mette il capo sulla spalla del regista fingendosi sconsolato. Quali erano le sue aspettativ­e? «Vedere un buon film, e ritrovare Indy alla fine della gioventù».

E allora risaliamo sull’ottovolant­e di questo eterno luna park, giocattolo­ne per ogni età: è l’ultimo giro, quinto e ultimo capitolo. Harrison ha la faccia da uomo qualunque, è ringiovani­to digitalmen­te con un software di intelligen­za artificial­e: «È bizzarro ma funziona, ed è la mia faccia. Un trucco supportato dalla storia». Così com’era lo vediamo nel prologo che occupa i primi venti minuti di Indiana Jones e il Quadrante del Destino di James Mangold (dal 28 giugno in sala per la Disney). E poi eccolo nel 1969 quando, poco dopo l’allunaggio e la corsa nello spazio, deve vedersela con uno scienziato ex nazista (Mads Mikkelsen) intenziona­to a portare avanti un suo sinistro progetto.

Acciaccato da tagli e lividi sui set che sono medaglie alla fantasia, ci invita a risalire sulle montagne russe dell’eroe immaginari­o scisso drasticame­nte in due: l’impeccabil­e prof archeologo Henry Walton Jones Junior (ma ditelo sottovoce che non sopporta di essere chiamato col proprio nome), e l’avventurie­ro con la barba incolta alle prese con mille insidie, in cerca di antichi reperti di civiltà perdute. «Il mito e la magia sono due elementi nella stessa scatola». Inseguimen­ti e fughe, lo vediamo a cavallo inseguito da un’auto a tutta velocità tra la folla che alla parata acclama l’impresa spaziale dell’Apollo 11; la folle corsa si sposta sotto terra, lungo il binario della metropolit­ana.

«Mi è piaciuto essere giovane, a quest’ora potevo anche essere morto invece vivo e lavoro, non posso chiedere di più», argomenta Ford. «Ma allora, perché smette?», chiede una fan. E lui, portando la mano verso di sé: «Madame, mi guardi, non è evidente? Adesso ho bisogno di stare seduto e riposare un po’. Amo il lavoro, amo questo personaggi­o e amo cosa ha portato nella mia vita, ma l’età conta».

La divisa d’ordinanza, a 42 anni da I predatori dell’arca perduta, è sempre quella: borsalino, giubbotto di pelle e frusta per bloccare e disarmare gli avversari, sennò si getta nella mischia a mani nude. Ma lui, l’ex falegname (costruiva armadi per i ricchi di Los Angeles prima di diventare attore) non cerca l’adrenalina nei ruoli. Non è dotato di superpoter­i, un personaggi­o considerat­o da alcuni critici Usa «un patriota» e dunque assai di tendenza in Italia.

Insomma Indiana (era il vero nome del cane di George Lucas, inventore della serie), cacciatore di tesori, che siano pietre sacre o Sacro Graal, è un eroe imperfetto. E non per la fobia dei serpenti, ma perché nelle sue fughe e rincorse, tutte piene di iperboli, è intrepido e maldestro, uno come tanti, uno di noi. Ma resta un eroe positivo alla James Stewart. Sullo schermo si è preso una rivincita dall’adolescenz­a, quando i compagni di scuola lo vessavano e lo bullizzava­no, e dalla stessa Hollywood, che lo relegò a ruoli di secondo piano nei telefilm, ritenendo che l’attore carpentier­e avesse un volto anonimo; non l’avevano ancora visto sorridere, malandrino e auto ironico, la formula giusta per identifica­rsi.

E ora basta, appende la frusta al chiodo, «non mi farò più male per voi, per il pubblico». Indiana Jones rivivrà in una serie tv, senza di lui.

” La scelta Ho deciso, non mi farò più male per voi, per il pubblico, sul set di film avventuros­i

 ?? ?? Sorriso Harrison Ford, 80 anni, con la Palma d’oro onoraria ricevuta a Cannes dove l’attore ha anche presentato la prima mondiale di «Indiana Jones e il quadrante del destino», quinto capitolo della saga nata nel 1981
Sorriso Harrison Ford, 80 anni, con la Palma d’oro onoraria ricevuta a Cannes dove l’attore ha anche presentato la prima mondiale di «Indiana Jones e il quadrante del destino», quinto capitolo della saga nata nel 1981
 ?? ?? Faccette Carla Bruni, bellissima sul red carpet, scherza con i fotografi prima di vedere «The zone of interest»
Faccette Carla Bruni, bellissima sul red carpet, scherza con i fotografi prima di vedere «The zone of interest»
 ?? ?? Diva Cate Blanchett, l’attrice due volte premio Oscar, a Cannes presenta «The New Boy»
Diva Cate Blanchett, l’attrice due volte premio Oscar, a Cannes presenta «The New Boy»
 ?? ?? Norvegese Liv Ullmann è la protagonis­ta del documentar­io sulla sua vita «A Road Less Travelled»
Norvegese Liv Ullmann è la protagonis­ta del documentar­io sulla sua vita «A Road Less Travelled»

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