Corriere della Sera

Ringo Starr: voglio uno show al giorno

A 82 anni il batterista in tour negli Stati Uniti: «I Beatles? La migliore band del mio mondo»

- Barbara Visentin

A82 anni, Ringo Starr protesta perché fra una tappa e l’altra del tour ha troppi giorni liberi. Servono a rifiatare, ma è evidente che non ne ha bisogno: a parte andare in palestra «quasi ogni mattina», pensa solo allo show. «Non mi interessa stare in hotel a rilassarmi, voglio andare a suonare. Vi assicuro che potremmo fare un concerto ogni sera».

L’ex batterista dei Beatles è tornato sul palco ieri in California insieme alla sua All Starr Band e ha un calendario fitto di date in America fino all’autunno. «È una gioia ripartire perché facciamo quello che amiamo. Suonare non stanca mai, adoro farlo con questi ragazzi e siamo la band migliore in questa stanza».

I suoi ragazzi, tutti over 60, con cui scherza durante una pausa dalle prove collegato con la stampa, sono Steve Lukather (Toto), Colin Hay (ex Men at Work), Edgar Winter, Warren Ham (Kansas), Hamish Stuart e Gregg Bissonette. Tutti musicisti eccellenti che con Ringo ormai formano un gruppo compatto: «Inizialmen­te cambiavo la band di frequente, ora sto imparando a lasciarla fissa. Questa è la formazione perfetta per me e siamo amici. Ciascuno ha lo stesso peso, anche se il gruppo ha il mio nome, mentre ad esempio con Paul (McCartney, ndr), è lui “the man”, l’uomo al centro, e quindi dopo ogni live ha bisogno di tempo per riprenders­i». In scaletta «faccio le canzoni che amo, cambiandol­e ogni paio d’anni — prosegue Ringo, citando le beatlesian­e “Yellow Submarine” e “Octopus’s Garden” e la sua “Photograph” —, e ci prendiamo la libertà di modificarl­e un po’, dandogli la nostra impronta».

L’ex Fab Four è al lavoro su dei nuovi ep dopo quelli usciti durante la pandemia: «Ne ho appena finito uno e ora Linda Perry ne sta facendo un altro per me. È bravissima e tutto quel che farò io sarà suonare la batteria e cantare». Dopo il tour, invece, ha in programma un ep country con il cantautore e produttore premio Oscar T-Bone Burnett: «Amo lavorare con gente con cui non ho mai lavorato», dice.

Tornando agli esordi preBeatles, Ringo ricorda i primi passi con l’Eddie Clayton Skiffle Group: «Devo ringraziar­e Eddie per tante cose, era uno che poteva suonare qualunque cosa. Certo insieme non avevamo alcun senso del ritmo, ma da lì in poi ho sempre amato suonare e sì, sono capitato in un paio di gruppi bravi, ho suonato con il gruppo migliore del “mio” mondo. Forse se fossi diventato chitarrist­a o tastierist­a oggi suonerei di più, invece ho bisogno di questi bravi ragazzi perché un batterista da solo non funziona». Guardando avanti, si vede sempre sul palco: «Non penso mai che ci possa essere l’ultimo spettacolo. Spero di essere ricordato come un musicista. A 13 anni ho iniziato a sognare di fare il batterista e il sogno continua, la mia vita è facile».

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Ringo Starr, l’ex Beatle, durante un concerto al Radio City Music Hall di New York
In concerto Ringo Starr, l’ex Beatle, durante un concerto al Radio City Music Hall di New York

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