Lari: meglio gli studenti delle inutili passerelle
PALERMO Sergio Lari, ex procuratore di Caltanissetta che ha indagato a lungo sulle stragi di Capaci e via D’Amelio, perché ha preferito parlare in una scuola insieme ad Alfredo Morvillo, anziché alla celebrazione della Fondazione Falcone?
«Perché ho ritenuto più utile parlare agli studenti del liceo dove studiò Francesca Morvillo, che era un magistrato oltre che la moglie di Giovanni Falcone, che assistere a una delle tante passerelle che si ripetono da trent’anni. Meglio raccontare a ragazzi che non c’erano che cos’è stata quella stagione, che cosa ha rappresentato la mafia stragista nella storia di questo Paese, e cercare di instillare un po’ di cultura antimafia che non si studia né si apprende nelle scuole».
Avete voluto fare una contro-celebrazione?
«No, semplicemente un ricordo senza retorica. Io comunque condivido l’allarme lanciato dal collega Alfredo Morvillo. La mia presenza al suo fianco è stata un gesto di solidarietà, non ho ritenuto giusto lasciarlo solo».
Morvillo contesta personaggi «che non tralasciano occasione per propagandare la convivenza politicosociale con ambienti notoriamente in odore di mafia». Si riferiva al sindaco di Palermo Lagalla e al presidente della Regione Schifani?
«Che le devo dire? Penso che se queste persone che oggi rappresentano le istituzioni avessero preso le distanze quando ci furono gli endorsement in loro favore da parte di personaggi come Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro, condannati per fatti di mafia, oggi non ci sarebbero queste polemiche».
Magari senza quegli endorsement non sarebbero stati eletti.
«Capisco, ma preferisco essere da un’altra parte».