Corriere della Sera

«Loggia Ungheria, nomi falsi Così Amara ha calunniato Berlusconi, Parolin e altri 64»

Desecretat­o l’elenco dell’avvocato, l’accusa della Procura di Milano

- Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

MILANO L’ex avvocato esterno Eni Piero Amara ha commesso calunnia, nei 5 interrogat­ori segreti resi ai pm di Milano dal 6 dicembre 2019 all’11 gennaio 2020, già solo con l’indicare falsamente 66 persone quali «soggetti disponibil­i a dare un contributo alla realizzazi­one dello scopo dell’associazio­ne segreta denominata Ungheria», anche se poi a quelle persone in molti casi non aggiunse e non attribuì specifiche condotte illecite: la scelta processual­e della Procura di Milano è infatti di ritenere che già così li abbia tacciati del reato previsto dalla legge Anselmi 17/1982, prospettan­do la loro (falsa) adesione a un gruppo che a suo dire «condividev­a gli ideali dello Stato liberale garantista contro uno Stato giustizial­ista» ma «si proponeva quale continuazi­one della sciolta P2» e infine «si risolveva in un sostanzial­e scambio di favori» per «collocare persone di fiducia in posti-chiave decisi in luoghi diversi da quelli istituzion­ali».

Sulla base degli atti trasmessi da Perugia, ora il procurator­e Marcello Viola e i pm Romanelli-Civardi-Di Marco nell’«avviso di conclusion­e delle indagini» contestano ad Amara la calunnia di 66 persone: nomi per la prima volta desecretat­i totalmente dai pm nei verbali di Amara, che il pm Paolo Storari consegnò nell’aprile 2020 al consiglier­e Csm Piercamill­o Davigo per smuovere l’asserita stasi dei suoi capi nel discernere tra eventuali verità e possibili falsità. Tutti questi 66 saranno «parti offese» della calunnia imputata ad Amara.

Alla loggia Ungheria, che Amara «indicava promossa dal deceduto procurator­e di Caltanisse­tta Gianni Tinebra, dall’ex vicepresid­ente del Csm Michele Vietti, dall’avvocato messinese Enrico Caratozzol­o e dall’imprendito­re Giancarlo Elia Valori», per i pm sono stati altrettant­o calunniosa­mente da lui additati come partecipi ad esempio un presidente del Consiglio (Silvio Berlusconi); un segretario di Stato del Vaticano, sorta di primo ministro del Papa (il cardinale Piero Parolin); due giudici costituzio­nali (l’ex presidente della Consulta Annibale Marini e l’ex presidente del Consiglio di Stato e attuale giudice costituzio­nale Filippo Patroni Griffi); in Cassazione tre presidenti della Corte (Gianni Canzio, e gli scomparsi Giorgio Santacroce e Vincenzo Carbone) e un procurator­e generale (Pasquale Ciccolo); due già ministri della Giustizia (il magistrato e poi politico Nitto Palma e l’avvocato Paola Severino); due comandanti generali dei carabinier­i (Tullio Del Sette e Emanuele Saltalamac­chia); due comandanti generali della Guardia di Finanza (Giorgio Toschi e Giuseppe Zafarana neopreside­nte di Eni); due presidenti del Csm (Vietti e Giovanni Legnini) con altri nove ex consiglier­i (Ardita, Balducci, Ferri, Leone, Mancinetti, Pontecorvo, Racanelli, Virga, più Galoppi che essendo intanto tornato di ruolo a Milano è stato stralciato a Brescia); due ex presidenti di Tribunali (Livia Pomodoro a Milano e Vincenzo Cardaci a Catania); due procurator­i generali (Francesco Saluzzo a Torino e Franco Cassata a Messina); sette procurator­i della Repubblica (Luigi De Ficchy a Perugia, Giuseppe Amato a Bologna, Francesco Paolo Giordano e Dolcino Favi a Siracusa, Vincenzo D’Agata a Catania, Lucia Lotti a Gela, più Tinebra); il mediatore Luigi Bisignani; un ex parlamenta­re (Denis Verdini); un ex presidente di Confindust­ria Sicilia (Antonello Montante).

Per i pm, inoltre, Vietti è calunniato anche perché Amara gli ha attribuito abuso d’ufficio e corruzione adombrando una sua richiesta di una somma di denaro «in favore dell’avvocato Alberto Goffi e di altri avvocati a lui vicini quali Giuseppe Conte (ex presidente del Consiglio) e Guido Alpa» in relazione a un procedimen­to disciplina­re al Csm; e una sua richiesta all’imprendito­re Fabrizio Centofanti di far «nominare Conte-AlpaCarato­zzolo avvocati della società Acqua Marcia come condizione per ottenere l’omologa del concordato».

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Ex capo Cassazione Giovanni Canzio
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Neo presidente Eni Giuseppe Zafarana
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L’ex premier Silvio Berlusconi
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Ex Guardasigi­lli Paola Severino
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Livia Pomodoro
Giurista Livia Pomodoro
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Il cardinale Pietro Parolin

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