Corriere della Sera

La morte di Giorgio non fu un incidente «Spinto dalla ragazza»

Piacenza, l’ipotesi dei pm tre anni dopo: 6 indagati

- Di Riccardo Bruno

La famiglia di Giorgio Simone, morto tre anni fa per un’emorragia causata da due profonde ferite dietro alle ginocchia, non ha mai creduto a un incidente. Donato, il fratello maggiore, dopo che nel dicembre 2020 l’indagine venne archiviata, si è rivolto all’avvocato Fabrizio Ferilli di Lecce, raccontand­o tutti i suoi dubbi su quanto accadde quella sera del 16 aprile 2020, quando Giorgio, infermiere di 28 anni originario di Montesano Salentino, ebbe una violenta lite con la fidanzata, anche lei infermiera, con la quale conviveva a Rivergaro, comune a sud di Piacenza.

Lei, B. M., 30 anni, agli inquirenti non negò il litigio, spiegò che si era chiusa in una stanza e che lui, nel tentativo di entrare, aveva sferrato un violento calcio alla porta a vetri e così si era ferito mortalment­e. «Una dinamica poco chiara a nostro avviso — spiega al Corriere l’avvocato Ferilli —. Così abbiamo acquisito l’intero fascicolo e rilevato una serie di incongruen­ze. Anche nella modalità dei soccorsi: dal momento dell’arrivo del 118 in casa a quello al Pronto soccorso passa un’ora e mezza, né è stato applicato il protocollo nazionale Ares che prevede di tamponare l’emorragia. Pratica che anche la fidanzata, essendo un’infermiera, doveva conoscere».

L’avvocato Ferilli, avvalendos­i della consulenza della criminolog­a Isabel Martina, dopo un lavoro di quasi due anni, nell’ottobre dell’anno scorso ha presentato una querela alla Procura di Piacenza.

La pm Ornella Chicca, che ha seguito il caso fin dall’inizio, ha riaperto il fascicolo e adesso ha iscritto nel registro degli indagati la fidanzata per omicidio preterinte­nzionale, e cinque operatori sanitari (due infermieri, due autisti soccorrito­ri e una volontaria) con l’ipotesi di omicidio colposo e lesioni personali colpose. E ha chiesto al gip di procedere con un incidente probatorio, una perizia medico-legale per accertare cosa è realmente accaduto. Non è escluso che possa essere riesumato il cadavere per eseguire una nuova autopsia. La tesi della famiglia è che Giorgio si sia ferito dopo che la fidanzata lo ha spinto contro la porta. «Già nella prima analisi medico legale si asseriva che il quadro lesivo faceva pensare più a una spinta, ma si aggiungeva che non c’era motivo di dubitare della versione fornita dalla fidanzata — spiega la criminolog­a Martina —. Da qui sono nati i sospetti della famiglia. In base alle carte gia raccolte dalla Procura, a una nuova ricostruzi­one criminolog­ica e all’analisi dell’impatto degli schizzi di sangue nella stanza, siamo arrivati a delineare una dinamica diversa. C’erano ferite all’arteria poplitea di entrambi gli arti, difficile pensare che dopo il primo calcio abbia avuto la forza di sferrarne un secondo con l’altra gamba. E ancora una ecchimosi sul petto e un morso profondo sul braccio destro. In più abbiamo scoperto che la prima ambulanza ebbe un incidente, così ne è stata chiamata un’altra. Quando il ragazzo è arrivato in ospedale era ormai dissanguat­o e non mostrava alcun segno di compressio­ne, una pratica prevista in questi casi». Una ricostruzi­one a cui ora la Procura, rivendendo la precedente valutazion­e, sembra credere.

La dinamica L’infemiere avrebbe sbattuto contro la porta a vetri, che gli ha reciso un’arteria

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Sui social Giorgio Simone, infermiere di 28 anni, è morto il 16 aprile 2020

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