Il padre in carcere da Ilaria E la hostess si difende «Hanno perquisito solo me»
La 23enne arrestata in Arabia Saudita: non avevo sostanze
Ieri Ilaria De Rosa ha incontrato il padre Michele in prigione. Un incontro circondato dal massimo riserbo, ma che senza dubbio ha fatto bene alla ventitreenne hostess trevigiana, rinchiusa dal 4 maggio in un carcere a 45 chilometri da Jeddah con l’accusa di possesso di droga.
L’uomo, ufficiale dell’Aeronautica in servizio in una base Nato, è stato accompagnato in cella dai diplomatici italiani e stranieri, rimarrà in Arabia Saudita per essere costantemente al corrente delle trattative che riguardano sua figlia. Intanto Ilaria nega ogni addebito e due giorni fa ha raccontato la sua versione dei fatti al console Leonardo Maria Costa, che è andato a trovarla. Qualche ora prima la ragazza aveva invece telefonato a casa. Una chiamata resa possibile dall’intercessione del ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Erano armati e in borghese, sembrava una rapina», ha detto la giovane, che ha sottolineato anche di essere stata l’unica occidentale ad aver subito una perquisizione accurata. La polizia sostiene di averle trovato uno spinello nel reggiseno, un addebito che, se confermato, renderebbe difficili le manovre diplomatiche. Ma lei, naturalmente, nega.
La ragazza è accusata di possesso di droga, una contestazione più lieve rispetto a quella di traffico di stupefacenti; ma che in Arabia Saudita è considerata comunque grave. La famiglia intanto si è chiusa nel silenzio, consigliata dalla Farnesina che spera così di evitare che fughe di notizie possano compromettere la buona riuscita del dialogo con le autorità locali.
Al console Costa Ilaria ha raccontato tutto quello che è accaduto la sera del 4 maggio: la giovane ha spiegato che mentre si trovava con altre persone a cena a casa di un amico nel giardino di una villa, sarebbero stati improvvisamente circondati da una decina di persone in borghese ma armate, che li hanno fermati e perquisiti. Ha aggiunto anche che la prima impressione è stata quella di una rapina, tanto di essersi resa conto dell’arresto solo una volta che era stata condotta in una stazione di polizia. Dopo cinque giorni, quando è stata interrogata (in inglese) ha contestato ogni tipo di addebito circa consumo o detenzione di sostanze stupefacenti e alcol. All’esito dell’interrogatorio, poi, a quanto riferito, la giovane hostess si sarebbe ritrovata a firmare un documento in arabo di cui ha detto di ignorare il contenuto. Ilaria è residente a Jeddah da tre mesi, nella città araba sul Mar Rosso fa scalo la compagnia aerea di cui è dipendente. Prima di chiudersi nel silenzio ordinato dalla Farnesina, la mamma di Ilaria aveva detto al sindaco di Resana, Stefano Bosa, che sicuramente si trattava di un errore: «Mia figlia conosce molto bene la legge in Arabia, non ha mai fumato uno spinello». Era stata proprio la famiglia a denunciare la scomparsa di Ilaria. Che ora spera di riabbracciarla.