Corriere della Sera

Si fa più fatica in pianura che nelle salite ripide È la legge delle e-biciclette e il divertimen­to è nei watt

Belletti (team Cambiobike): questione di adrenalina

- Di Luca Delli Carri

Sfatiamo un mito: in bicicletta si fa più fatica in pianura che in salita. È così ai tempi dell’ebike. Perché se quando la strada s’impenna, «dai» motore e lui aggiunge watt a quelli prodotti dalle tue gambe, in pianura il motore non funziona, perché stacca a 25 orari e il gruppo viaggia sempre più veloce.

Raccontava un ciclista, all’hospitalit­y di arrivo del Giro-E, che a un certo punto della tappa, una tappa di pianura in cui era rimasto leggerment­e staccato, è stato affiancato da Andrea Tafi, che gli ha chiesto: «Ma hai acceso il motore?». Lui ha guardato il tachimetro elettronic­o montato sul manubrio e gli ha risposto: «Andrea, ma siamo a 35 all’ora!».

La tappa di oggi, da Monastier di Treviso a Caorle, ha un profilo piatto come un mare ferragosta­no: 50 metri di dislivello su 66 chilometri sono lo zero virgola di qualcosa che tende al niente. Ci sarà da sudare, per tenere il passo dei più scatenati.

Il direttore del Giro-E Enel X Way, Roberto Salvador, dall’ammiraglia raffredder­à le voglie di fuga, ma comunque, è certo, non si viaggerà mai al di sotto dei fatidici 25 all’ora.

«Sono le tappe più faticose, lo diciamo sempre agli ospiti: guarda che dove si fa più fatica è in pianura, perché devi andarci di gambe, il motore non ti aiuta», conferma Manuel Belletti, vincitore nel 2010 di una tappa del Giro e profession­ista fino al 2021, di vocazione velocista: era uno di quegli uomini jet che su due ruote si tuffano sul traguardo a 70 orari, sgomitando tra loro.

«Quando sei lì nel gruppo che ti giochi la volata è tutta una questione di adrenalina, istinto, colpo d’occhio, cercare il passaggio migliore. Non hai tempo per pensare ad altro. I brividi li ho provati a rivedere le volate dopo, alla television­e: lì ti rendi conto del pericolo, della velocità, di quanto sono stretti gli spazi...».

Manuel è il capitano del team Cambiobike, società che fa parte di Cambiomarc­ia (Gruppo Unipol), primo e unico store italiano di e-bike esclusivam­ente online, che assiste i clienti dalla scelta del modello fino all’assicurazi­one del mezzo.

Al Giro-E porta i suoi clienti: ha indetto un concorso tra quanti hanno comprato una bici, e poi estratto i nomi di 40 fortunati, «che si divertono come matti e arrivano al traguardo felici», dice Belletti, «sia quelli che normalment­e usano una muscolare sia coloro che sono alla prima esperienza con una bici da corsa. Vivono una giornata speciale: prima pedalano, poi si godono la volata dei profession­isti».

«Il Giro E è la massima espression­e della passione per le e-bike, e per Cambiobike un’occasione unica di condivisio­ne con i propri clienti e partner», racconta Nicola Giunchi, amministra­tore delegato di Cambiomarc­ia.

Nicola Giunchi «Stare a contatto con i grandi del ciclismo che hanno fatto la storia è indimentic­abile»

«Ho personalme­nte partecipat­o alle tappe numero 1 e 6: — conclude Giunchi — stare a contatto con i grandi del ciclismo che hanno fatto la storia, sentire il calore delle persone che ti incitano lungo il percorso, vivere le stesse sensazioni di un profession­ista, ma in un contesto di divertimen­to, accompagna­ti dalla cornice mozzafiato del panorama paesaggist­ico italiano, resterà un ricordo indelebile che accompagne­rà me e tutti i nostri clienti che abbiamo avuto la fortuna di poter ospitare». Sarà così anche oggi, nonostante la «tirata».

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Manuel Belletti, capitano del team Cambiobike
Gruppo Manuel Belletti, capitano del team Cambiobike

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