Tim, la partita con Cdp Bolloré cede una quota, tonfo di Vivendi in Borsa
Il finanziere mette sul mercato lo 0,14%. Parigi e l’ipotesi Opa
Mossa di Vincent Bolloré ieri sulla Borsa di Parigi, mentre in Italia proseguono le trattative sulla cessione della rete fissa di Tim, di cui Vivendi è primo azionista con il 23,7%. Ieri il finanziere bretone ha venduto un pacchetto di 15 milioni di titoli Vivendi (lo 0,14% del capitale), incassando poco meno di 15 milioni. Il titolo del colosso media francese, di cui Vivendi possiede il 29%, ha perso il 3,6 per cento. L’operazione, avvenuta attraverso la Compagnie de Cournouaille, potrebbe non essere chiusa: il finanziere, che ha in corso un programma di acquisto di azioni proprie, potrebbe dover vendere ancora per non superare la soglia del 30% che farebbe scattare l’Opa obbligatoria. Secondo gli analisti di Oddo Bhf, la transazione significa che il gruppo non dovrebbe lanciare un’offerta nelle prossime settimane, ma ritengono che il delisting di Vivendi «rimane un obiettivo a medio termine per Bolloré».
Sul fronte italiano, Vivendi preme per ricomporre il board di Tim in vista del rush finale sul cruciale dossier della cessione della rete fissa. Il Comitato nomine lunedì scorso ha aperto l’esame della candidatura di Luciano Carta destinata a riempire la casella lasciata vuota dalle dimissioni di Arnaud de Puyfontaine. L’ex presidente di Leonardo è gradito non solo ai francesi ma anche al governo. Il nuovo consigliere sarà poi cooptato dal cda di Tim che a meno di nuove convocazioni è fissato per il 22 giugno. Una scadenza troppo in là nel tempo, visto che il termine fissato dal board del gruppo italiano delle Tlc per valutare le offerte migliorative scade il 9 giugno. Sempre lunedì è arrivata a Tim la lettera del consorzio Cdp-Macquarie che riguarda i chiarimenti richiesti sui vincoli antitrust. La loro offerta presentata a inizio maggio mette sul piatto 19,8 miliardi per l’asset. Il secondo offerente, il fondo Kkr, manderà la nuova proposta (l’ultima offerta indicava un valore di 21 miliardi) verosimilmente sotto scadenza. Per Vivendi l’asset vale circa 10 miliardi in più. Cdp, che ha il 9,8% di Tim, sta dialogando con le autorità europee Antitrust per vedere quali asset dovrebbe cedere in caso di acquisizione della rete Tim, ma in base a quanto dichiarato una settimana fa a Bloomberg Tv dal ceo Dario Scannapieco, «è troppo presto per dire quale sarà il punto di atterraggio». L’offerta presentata con il fondo australiano Macquarie (con cui Cdp è socia di maggioranza in Open Fiber) scade il 31 maggio. Dal primo giugno i giochi potrebbero riaprirsi. In un’intervista con Class Cnbc, sempre lunedì scorso, il ceo di Tim Pietro Labriola ha sollecitato il «dialogo tra tutti gli azionisti». Sulla svolta per la rete di Tim (+0,73% ieri su una Piazza Affari in calo dello 0,5%) ha detto: «Siamo ottimisti».