«Sesso e droga nel pop Svelo quei lati oscuri»
Lily-Rose Depp protagonista della discussa serie «The Idol»
«Lei è una celebrity, vive costantemente sotto lo sguardo altrui, invasa nel suo privato». Non sta parlando di sé in terza persona ma a vivere con gli occhi puntati addosso la figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis ha dovuto abituarsi fin dalla nascita. Raccolto il testimone da suo padre, che giusto una settimana fa apriva il festival nei panni di Luigi XV, Lily-Rose Depp, 24 anni, è a Cannes in qualità di star della serie Hbo The Idol che ha turbato la stampa americana, ideata e diretta da Sam Levinson con la collaborazione di Abel «The Weeknd» Tesfaye, anche coprotagonista. I primi due episodi sono passati in anteprima fuori concorso, dal 5 giugno su Sky.
Depp è Jocelyn, star tutta pop e sregolatezza, sull’orlo di una crisi di nervi e popolarità dopo la morte della madre. Con gran sgomento del suo affollato entourage, cade sotto l’influenza di un misterioso deejay, Tedros, proprietario di un club di Los Angeles, nonché leader di una sorta di setta («Una specie di Dracula», secondo Tesfaye che lo interpreta). Sesso, droga, manipolazione, solitudine: un ritratto impietoso del mondo della musica, con impresari, assistenti e agenti smaliziati («La malattia mentale è sexy», dichiara con perfido candore la manager Nikki). Con un tasso di nudità e sesso estremo (al limite del grottesco) che ha fatto gridare allo scandalo i giornali Usa, guidati da un’inchiesta uscita in marzo su Rolling Stone che ha accusato Levinson & Tesfaye di essere essi stessi laidi manipolatori, il loro set «caotico e fuori controllo», tossico anche per la tenera Lily-Rose.
Che tenera non sembra affatto. «È molto triste leggere cose inventate. Non coincidono in nulla con quella che è stata la mia esperienza durante la lavorazione. È la cosa migliore che abbia mai fatto, mi sono sentita in famiglia, ho potuto dire la mia sulla costruzione del personaggio». Ben condensato in una battuta: «Quando sei famoso nessuno ti dice la verità». Si parla di Jocelyn ma, certo, lei sa bene cosa voglia dire. Anche se sembra aver sviluppato più anticorpi della sua alter ego. «Come si fa a resistere? Credo che dipenda tutto dalle persone di cui ti circondi. Nella serie emerge il conflitto tra ciò che sarebbe bene per lei e gli interessi di chi le sta accanto. Nella vita è importante circondarsi di belle persone e io l’ho fatto». Considerando un rumore di sottofondo la curiosa morbosità dei media e dei social che da anni si interrogano sulla sue inclinazioni sentimentali. Nei giorni scorsi ci ha pensato lei a mostrare dall’account Instagram le foto con la fidanzata, la rapper 070 Shake. Verso Jocelyn si mostra protettiva. «Mi interessava mostrare quello che non si vede: come è quando è sola, lontana dai riflettori». Ogni riferimento a popstar realmente esistite e ferite, Britney Spears, su tutte, è casuale, dice: «Non raccontiamo la storia di nessuno in particolare. I riferimenti sono tanti, non solo musicali. Jocelyn è trasgressiva e esagerata in tutto quello che fa, anche nel modo di vestirsi. E anche il sesso dice molto di lei. La sua è una nudità emotiva».
Levinson (Euphoria) si difende da chi lo accusa di aver giocato sporco: sfiorato il softporno per denunciare un mondo ipersessualizzato. «Volevamo provocare, certo. Ma guardiamo la realtà: l’influenza della pornografia sui giovani, sopratutto in America, è reale: sui social, negli atteggiamenti, nel vestire».
Libertà
«Sul set nessuna manipolazione, ho avuto piena libertà nel mio ruolo»