Corriere della Sera

Telefonia, scenario (molto) mobile

Iliad, ultima arrivata, dopo soli cinque anni vede il traguardo di 10 milioni di utenti Massicci investimen­ti nelle infrastrut­ture. La crisi di capitali degli altri operatori

- Di Federico De Rosa

Una nuova rivoluzion­e sta stravolgen­do il mondo delle telecomuni­cazioni. Una sfida a tutto campo, i cui confini continuano a cambiare, mettendo a dura prova i protagonis­ti del mercato. Pochi settori sono «disruptive» come quello delle tlc, soggetto a cambiament­i continui legati ai cicli tecnologic­i, costringen­do le compagnie telefonich­e a rincorrere le trasformaz­ioni a suon di investimen­ti non sempre sostenibil­i. Ma da qualche tempo è in corso uno stravolgim­ento dei tradiziona­li paradigmi che ha spostato la sfida tra compagnie telefonich­e in un territorio in gran parte inesplorat­o dove sono le macchine, più degli uomini, a fare la differenza e a creare una nuova domanda di servizi.

Le applicazio­ni «intelligen­ti» per le reti, fisse e mobili 5G, lo sviluppo del cloud e dell’hedge computing che stanno rivoluzion­ando il modo di fare impresa spostando e automatizz­ando i processi decisional­i grazie all’enorme mole di dati raccolti ed elaborati. Dati che passano per le reti telefonich­e, dove si gioca la vera sfida. Non parliamo di futuro ma del contesto competitiv­o attuale.

iliad, newcomer sul terreno della telefonia, ha avuto da subito le idee chiare su dove posizionar­si. La compagnia creata da Xavier Niel e guidata in Italia da Benedetto Levi, dopo aver raggiunto in appena cinque anni 9,5 milioni di clienti sul mobile e 110 mila sulla rete fissa, grazie a una aggressiva politica tariffaria accompagna­ta da un livello qualitativ­o in continua crescita, ha scelto di concentrar­e gli investimen­ti sul mobile 5G (ha investito 1,2 miliardi per comprare le frequenze) e sulla tecnologia Ftth per portare connettivi­tà e servizi lungo la rete in fibra ottica direttamen­te nelle case. Ha puntato finora oltre 4 miliardi nel business delle infrastrut­ture e quest’anno punta a raggiunger­e 10 milioni di unità immobiliar­i in Ftth e copre con la rete mobile (4G e 5G) oltre il 99% del territorio. Le reti ultraveloc­i sono lo snodo chiave per conquistar­e posizioni e quote di mercato. Ha iniziato Tim, l’ex monopolist­a della telefonia, sfruttando la capillarit­à della propria rete (parte in fibra e parte in rame) per sviluppare servizi di cloud, hedge, Ai e cibersecur­ity da offrire a clienti e imprese per creare più valore e margini. Ma sul mercato c’è ampio spazio e non è detto che saranno i big a occuparlo. Perché la disponibil­ità di capitali da investire è decisiva.

I margini delle società europee di telecomuni­cazioni sono sempre più bassi e per quelle italiane hanno raggiunto livelli mai visti. A fronte della crescita del consumo di dati, i ricavi scendono e le disponibil­ità di cassa diminuisco­no. Non è un caso se Tim ha deciso di mettere in vendita la propria rete, dopo aver creato con il fondo americano Kkr una nuova società, Fibercop, in cui ha trasferito l’ultimo miglio della rete (quello che dagli armadi su strada arriva fino nelle case) per sostituire il rame con la fibra ottica. Wind-Tre ha appena venduto il 60% della società in cui confluiran­no le reti fissa e mobile al fondo svedese Eqt. iliad ha scelto una strategia «ibrida», sviluppand­o la propria rete e parallelam­ente stringendo accordi per accelerare la copertura. Coinveste con FiberCop e ha accordi con Open Fiber per comprare fibra ottica spenta su cui montare la propria tecnologia di trasmissio­ne a banda ultralarga. Sul mobile, invece, ha siglato un’intesa con Wind-Tre che ha portato alla nascita di Zefiro Net, una società che porterà la rete 5G nelle zone meno densamente popolate.

Da puro operatore telefonico iliad, sta sempre più spostando i propri investimen­ti sulle infrastrut­ture, in vista dello sviluppo di nuovi servizi. Ha lanciato da poco un’offerta

La rete ultraveloc­e

La sfida sul 5G con una decisa politica di prezzi e un livello qualitativ­o in continua crescita

In controtend­enza

In generale i margini delle società di tlc sono sempre più bassi, in Italia a livelli mai visti

B2B rivolta alle aziende. In Francia il gruppo di Niel ha acquistato società che si occupano di cloud e cibersecur­ity. E in prospettiv­a vuole fare lo stesso in Italia, calibrando gli investimen­ti sulla domanda reale del mercato. Anche per lasciare spazio, e risorse, a possibili opportunit­à che dovessero presentars­i per fare acquisizio­ni. L’anno scorso iliad aveva corteggiat­o a lungo Vodafone ma senza riuscire a trovare un accordo per l’acquisizio­ne. E poiché la tendenza del mercato va verso il consolidam­ento, iliad è pronta a fare la sua parte sfruttando anche la scarsa disponibil­ità di capitali nonché il riposizion­amento di alcuni operatori per accelerare la crescita.

Il futuro

Come in Francia, il gruppo prevede di acquistare società per i nuovi servizi digitali

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