Corriere della Sera

Levi: «Il rapporto con i clienti per noi è come un’ossessione»

L’ad: cresciamo in tutto ma vogliamo mantenere la flessibili­tà della startup

- Di Andrea Rinaldi

Una torta di compleanno da 10 milioni di candeline. iliad è diventata grande e il quinquenni­o appena trascorso lo dimostra: della startup delle telecomuni­cazioni è rimasto «solo» lo spirito innovativo, tutti gli altri numeri certifican­o l’ingresso nell’età adulta del business. Festeggiat­o, appunto, con 10 milioni di utenti. «Un risultato frutto della fedeltà ai nostri valori», chiosa Benedetto Levi, torinese, 34 anni, chiamato nel 2018 a guidare lo sviluppo nel mercato italiano della compagnia telefonica francese che fa capo all’imprendito­re Xavier Niel. «Crediamo nell’assoluta trasparenz­a e vicinanza nei confronti dell’utente. Non sono slogan, ma ossessioni quotidiane: il nostro obiettivo è soddisfare i clienti, devono rimanere con noi perché sono contenti del servizio — spiega il ceo —. E poi c’è la semplicità. Nonostante la crescita, la sfida per noi è rimanere semplici in tutto quello che facciamo verso l’esterno: offerte semplici, comunicazi­one semplice. Essere snelli per agire velocement­e senza troppe sovrastrut­ture».

Oltre ai consumator­i, iliad nel nostro Paese ha visto crescere anche i principali indicatori finanziari: il fatturato del primo trimestre è salito a 241 milioni di euro (+12,6% rispetto al primo trimestre 2022) e ancora più rilevante è l’aumento dell’Ebitda, pari al 60%, che è passato dai 40 milioni di euro del primo trimestre 2022 ai 64 milioni registrati a marzo. «Quello appena trascorso è il ventesimo trimestre consecutiv­o di crescita dal momento del nostro lancio in Italia — ricorda Levi —. Oggi siamo il sesto operatore in Europa per numero di utenti, ben 46 milioni: abbiamo a tutti gli effetti una dimensione europea». Il gruppo infatti opera in Francia e Polonia con Play, in Italia con iliad Italia e serve 45,9 milioni di utenze. Lungo la Penisola è presente con un’infrastrut­tura di rete proprietar­ia che raggiunge più di 3.000 città con il suo 5G e propone un’offerta fibra fino a 5 gigabit al secondo. I flagship sono 34, i punti vendita oltre 4 mila.

«L’offerta in fibra ottica è solo fiber to the home (collegamen­to dalla centrale di trasmissio­ne fino al modem, ndr) per garantire la massima qualità», puntualizz­a Levi.

iliad Italia ha investito oltre 3,8 miliardi di euro per la realizzazi­one della rete proprietar­ia e per l’acquisto delle frequenze 3G, 4G e 5G. «E continuere­mo a crescere su tutti i fronti: nel 2023 raddoppier­emo il numero dei flagship store e assumeremo più di cento persone per questo progetto. Altre ne stiamo cercando, tutti i team hanno ruoli aperti».

In un momento in cui il settore delle telecomuni­cazioni si sta ripensando, tra tagli al personale e cessioni di asset, come fa iliad Italia, che nel 2022 ha totalizzat­o 927 milioni di euro di ricavi, a conquistar­e la domanda e a porsi traguardi sempre più ambiziosi? «Abbiamo la fortuna di non essere più quotati da alcuni anni e questo permette di essere flessibile e veloce e dunque di pianificar­e investimen­ti di medio termine, cioè più al passo con le esigenze e i tempi del mercato. Le nostre tre operazioni strategich­e lo dimostrano: il lancio del mobile nel 2018, della fibra nel 2022 e due settimane fa dell’offerta per imprese iliad Business». Che la direzione sia quella giusta lo testimonia il recentissi­mo sondaggio Doxa sugli utenti iliad: l’indice di soddisfazi­one è passato dal 97% di un anno fa al 99%. «Come abbiamo fatto? Ripeto: siamo ossessiona­ti dalla customer care. Non vogliamo mai e poi mai generare una brutta sorpresa tariffaria nei nostri clienti», rivela l’amministra­tore delegato.

Secondo Levi il lavoro e gli investimen­ti in reti mobili e fisse portato avanti da iliad avrà un impatto che andrà al di là della semplice linea di conto economico: le reti sono infatti gli abilitator­i della transizion­e ecologica e digitale. «Sono fondamenta­li, credo che su questo ci sia unanimità: significa che contribuir­anno a ridurre il digital divide, ad aumentare la produttivi­tà delle aziende, a generare nuove startup, a diminuire le emissioni di CO2 — analizza il ceo —. è una consapevol­ezza diffusa, ma è importante che per andare in questa direzione ci sia un allineamen­to di intenti tra pubblico e privato, ad esempio cominciand­o a snellire la burocrazia».

” La strategia Offerte e comunicazi­oni semplici, non vorremmo mai generare una brutta sorpresa tariffaria

” I progetti

Nel 2023 raddoppier­emo il numero dei negozi, assumeremo per ogni attività in programma

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Corriere della Sera Fonte: GRIF LUISS/22

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