Corriere della Sera

Dopo l’innamorame­nto è la volta buona

- Di Marco Bonarrigo

Joao Almeida MONTE BONDONE ricomincia da quattro: per tre volte il portoghese e il Giro d’Italia hanno provato a innamorars­i ed è finita male. La quarta (dita incrociate) forse è quella buona. Tre anni fa Joao affondò sulle prime rampe dello Stelvio (il tappone era quello dei Laghi di Cancano) in uno di quei «giorni vuoti» che ti piombano addosso una volta in carriera. A lui capitò nel momento peggiore: in maglia rosa da due settimane, era lanciatiss­imo. Ma aveva 21 anni e mille alibi e comunque arrivò quarto. Nel 2021 fu sesto senza mai brillare, l’anno scorso un tampone positivo a tre giorni dalla conclusion­e gli costò la maglia bianca e il quarto posto prima di una crono che l’avrebbe portato sul podio. Da favorito a promessa mancata il passo è breve. Al quarto tentativo, ieri è stato lui a risvegliar­e il Giro da 15 giorni di letargo: ha attaccato al momento giusto, non si è scomposto quando gli altri big hanno provato a tenerlo solo a bagnomaria e, una volta ripreso da Thomas, ha dato al gallese cambi leali bruciandol­o in volata sul traguardo. Lui, che il Covid l’ha già preso e digerito due settimane fa, ora è pronto a giocarsi la vittoria.

Pensare che dopo i tre tentativi falliti Almeida pareva rassegnato: «Forse devo puntare un obbiettivo diverso» aveva sussurrato ai giornalist­i prima di affrontare una Vuelta dove finì ai piedi del podio, superato da Evenepoel, da Mas, ma sopratutto da Juan Ayuso il ventenne-fenomeno che veste la sua stessa maglia, quella della Uae-Emirates. Ora, se tu corri (pagato profumatam­ente) in un super team dove brillano la stella assoluta di Tadej Pogacar (sempre e solo Tour de France), e quella della stellina spagnola Ayuso (a cui il ruolo di capitano alla Vuelta tocca di diritto), devi correre il Giro d’Italia. Almeida quest’anno l’ha preparato bene, cercando di mantenere le qualità di cronoman in una corsa che ha tanti chilometri contro il tempo (3° a Fossacesia, 9° a Cesena) ma migliorand­o nelle salite più lunghe e ravvicinat­e tra loro, suo punto debole, per evitare i famosi «giorni vuoti». La sua stagione è partita con pochi giorni di corsa ma di qualità: secondo alla Tirreno-Adriatico a 18” da Roglic, terzo al Catalogna dietro allo sloveno e ad Evenepoel. Domani Almeida dovrà superare il suo primo stress-test: da Oderzo alla Val di Zoldo ci sono due salite durissime (Forcella Cibiana e Coi) che Joao dovrà gestire da leader esperto anche se le affronterà con la maglia bianca di miglior giovane addosso.

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