Corriere della Sera

Almeida e Thomas in festa Un Bondone per due

Tappa a Joao, Geraint rimette la maglia rosa, Roglic in difficoltà Cairo: «Giro, settimana supercompe­titiva, il portoghese lo vedo bene»

- Dalla nostra inviata Gaia Piccardi

MONTE BONDONE Non c’è la tormenta di Charly Gaul (‘56) né l’epica dell’uomo portato al limite dagli elementi, però sul Bondone la pazienza dei suiveurs è ripagata quando l’aussie Jay Vine, dalla barriera corallina australian­a con furore, decide di cambiare marcia alla corsa, mandando in frantumi il fragile cristallo del gruppetto dei migliori.

Partita la fuga come da copione (non arriverà), dietro il rosso (Geraint Thomas), il giallo (Primoz Roglic), il bianco (Joao Almeida) e il rosa per caso (Bruno Armirail) salgono di conserva, con mezza idea di congelare lo status quo in vista delle Dolomiti.

L’accelerazi­one di Vine, che sta già lavorando sotto traccia per capitan Joao, è la miccia: Caruso cede subito (a +2’50” dalla vetta della classifica ci vuole ottimismo per considerar­lo nel poker dei favoriti), Thomas, che aveva mandato nella fuga Swift per fare da testa di ponte ma per strada ha perso Sivakov (128 corridori rimasti in gara su 176), resta solo, Roglic ha il luogotenen­te Kuss accanto. E poi c’è lui, Joao Pedro Gonçalves Almeida da Caldas da Rainha, Estremadur­a portoghese, 15 tappe in rosa nel Giro pandemico e ottobrino 2020, i baffetti da sparviero lasciati crescere per gioco («Eravamo in ritiro a Sierra Nevada, ci annoiavamo...»). Corridore elegante, una moderata ammirazion­e per il dio pagano Cristiano Ronaldo, è il terzo incomodo che mentre Armirail tira fuori la lingua e va alla deriva s’inventa uno scatto al rallentato­re, quasi una finta in movimento. Roglic, trainato da Kuss, s’illude che le velleità del portoghese siano tenute al guinzaglio dal gregario, invece l’asfalto si allarga, il buco diventa strappo; il primo a intuire che quello è il treno giusto su cui salire è Thomas, che stringe alleanza con Almeida fino al traguardo. Tappa a Joao, maglia al Signor G, come natura crea.

«Quando ho capito che Roglic non era al top ho provato ad accelerare per sollecitar­e una reazione ai Jumbo — spiega Thomas tornato a indossare il colore del comando —, quelli non hanno cambiato ritmo e allora sono andato su con Almeida». Non attacco per il vostro divertimen­to, aveva precisato il gallese nel giorno di riposo: ha attaccato per il suo. «Ci aspettano due giorni sulle montagne più alte del Giro, ci giocheremo tutto in 24 ore. Questa è una corsa più imprevedib­ile del Tour, strade e meteo fanno la differenza. La squadra

” Geraint Thomas Questa è una corsa più imprevedib­ile del Tour, la squadra sta bene, la maglia dà morale

sta bene e la maglia rosa dà morale. Sono davvero motivato» ammette il Signor G, premiato da Urbano Cairo, presidente di Rcs MediaGroup («Dopo tanta acqua, una bella corsa: il Monte Bondone è stato il prologo a una settimana super competitiv­a. Almeida lo vedo bene, la gara è molto aperta»).

In cima il ritardo di Roglic sarà di 25”: in mezzo minuto adesso sono in tre e quello che ha la faccia più bella è il ragazzo che vorrebbe dare un dispiacere ai veterani. «La prima vittoria al Giro è un’iniezione per la mia fiducia». Ha festeggiat­o innaffiand­o di ketchup il riso in bianco, Joao. Nessuno è perfetto.

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(LaPresse/Afp) La battaglia Joao Almeida davanti a Geraint Thomas e a Primoz Roglic, i tre grandi protagonis­ti del Giro. Il portoghese ha vinto la 16esima tappa su Monte Bondone, mentre il gallese (nel tondo) ha riconquist­ato la maglia rosa
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(LaPresse) Premiazion­e Urbano Cairo con Geraint Thomas

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