La prima volta di Violette simbolo del nuovo Ruanda Elisa, la ultracycler che ha saputo cambiare vita
Al Giro-E due capitane nel segno dell’inclusione
Solo due su 17, ma brillano. Sono le capitane del Giro-E Enel X Way. Elisa Scarlatta per il team Toyota e Violette Irakoze Neza per il team Cnh Industrial. E se la prima, influencer di successo, è ormai una veterana dell’evento, per Violette è la prima volta.
«Ci sono poche donne che corrono in bici in Ruanda, sono molti di più gli uomini», racconta Violette, ex ciclista d’élite e campionessa in carica della Ultra Ciclyng Race Around Rwanda 2023. Il suo è un Paese emergente del ciclismo: nel 2025 vi si svolgeranno i Mondiali su strada. È il primo Paese africano a essere selezionato dall’Unione Ciclistica Internazionale. «Il Ruanda è un bel posto per le bici, non per niente è chiamato il Paese delle mille colline. È un Paese sicuro e le persone sono amichevoli».
La sua storia è bella. «Ho iniziato perché amavo la bici e amavo il ciclismo. All’inizio non è stato facile, perché la gente diceva che ci sono sport per donne e sport per uomini. Hanno cercato di farmi cambiare idea, ma io ho tenuto duro. Ho continuato, fallito più volte e ricominciato, ma oggi sono felice perché grazie alla bici viaggio per il mondo mostrando a tutti che non è un’attività solo per gli uomini, ma per tutti. Voglio essere un modello, incoraggiare le donne a non avere paura e lottare per i loro diritti, e voglio coinvolgere sempre più ragazze nel ciclismo, che è il progetto che ho avviato nel mio Paese».
Con il ruolo di ambassador, anche Paola Gianotti collabora con Cnh. «I valori che ci accomunano sono la sostenibilità, il ciclismo e l’inclusività», spiega la sognatrice, ultracycler e life coach, come lei stessa si definisce. «Sognatrice perché a un certo punto ho cambiato la mia vita in nome dei miei sogni: nel 2014 ho lasciato il lavoro di consulente finanziaria e ho fatto il giro del mondo in bicicletta, per diventare la donna più veloce del mondo ad avere circumnavigato il globo in bici. Ultracycler perché da quel momento la bici è diventata la mia vita. Life coach perché da quando ho intrapreso questa strada, mi sono resa conto che ogni obiettivo è raggiungibile, anche quelli che sembrano impossibili, ed è ciò che racconto nelle aziende o ai ragazzi nelle scuole». Paola ha tanti record, ma quello di cui va più fiera è «il giro del mondo: sono entrata nel guinness dei primati. Per me è stata la svolta: non tanto perché ho pedalato 29.400 chilometri in 144 giorni, ma perché ho preso la mia vita in mano e ho smesso di lasciare i sogni nel cassetto».
«Il nostro team al Giro-E è composto da colleghi, dealer e clienti che concretizzano con passione i valori del nostro Gruppo: sostenibilità, inclusione e senso di appartenenza», dice Carlo Alberto Sisto, presidente Emea di
Contro i pregiudizi Nel Paese africano i mondiali su strada del 2025. «Più ragazze in bici, la mia battaglia»
Cnh Industrial. «Stanno dando tutti il massimo per far sì che questa esperienza sia solo l’inizio di un percorso e sia davvero una missione verso la sostenibilità. Attraverso il nostro progetto Biking New Ground, che dal Giro-E ci porterà verso la Settimana Europea della mobilità di settembre, durante la quale nuovamente pedaleremo insieme, intendiamo attivare una chiamata all’azione continuativa che sensibilizzi le persone sull’importanza della mobilità sostenibile e sull’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi o a ridotto impatto. Per arrivare uniti al traguardo».