La sindaca Ballestín nella città-fantasma
Nel 2019, guidando una lista indipendente composta da sole donne, Herminia Ballestín è diventata sindaca di Angüés, un piccolo centro di quella Spagna dimenticata tanto drammaticamente dipinta nel film As Bestas. Adesso ci riprova, il 28 maggio, sperando di trarre beneficio dagli indiscutibili successi conseguiti durante il primo mandato. «Quattro anni fa — ha detto a Huffington Post — eravamo una scommessa, non avevamo esperienza, ma la gente ebbe fiducia in noi. Ora che tutti hanno visto il lavoro fatto, penso che sia più facile che ci possano votare».
I risultati, effettivamente, sono sotto gli occhi di tutti. La «alcadesa» — una donna tranquilla di 67 anni, lontana dalla politica — è riuscita infatti a bloccare il fenomeno sempre più grave dell’abbandono di un territorio dal quale i giovani fuggono per mancanza di prospettive. La tendenza è stata invertita. Angüés (che è non lontana dal parco nazionale di Ordesa trasformato dallo scrittore Manuel Vilas in un simbolo della memoria dell’infanzia) aveva oltre un migliaio di abitanti all’inizio del secolo scorso e ora ne ha 368. Pochi, ma sempre di più dei 354 del 2019. Chi è arrivato lo ha fatto perché sono state ristrutturate case di proprietà del Comune, è stato approvato un progetto per accogliere giovani, si è deciso di ingrandire la scuola e di riaprire la biblioteca. I fondi? Gli stipendi dei consiglieri comunali. «Vogliamo dimostrare a chi abita scontento in città — osserva la sindaca — che esistono altri modelli di vita».
A scegliere questa strada è stata tra gli altri la figlia di Herminia, Violeta Bernardos, tornata nel villaggio dopo aver abitato a Madrid per cinque anni. «La vita cittadina — ha raccontato a The Times — non mi manca, perché in un paese si fa di più con molto meno». Anche lei è nella lista, sempre tutta femminile, denominata «Donne per il municipio di Angüés», che ora dovrà affrontare non solo i socialisti ma anche i popolari. Certo, il futuro della politica spagnola non passa da qui. Ma il governo Sánchez, chiamato ad una prova importante nelle elezioni regionali e locali che precedono di sei mesi le politiche, non deve dimenticare la Spagna «profonda». Prendendo esempio, magari, anche dalla sindaca Ballestín.