Corriere della Sera

La sindaca Ballestín nella città-fantasma

- Di Paolo Lepri

Nel 2019, guidando una lista indipenden­te composta da sole donne, Herminia Ballestín è diventata sindaca di Angüés, un piccolo centro di quella Spagna dimenticat­a tanto drammatica­mente dipinta nel film As Bestas. Adesso ci riprova, il 28 maggio, sperando di trarre beneficio dagli indiscutib­ili successi conseguiti durante il primo mandato. «Quattro anni fa — ha detto a Huffington Post — eravamo una scommessa, non avevamo esperienza, ma la gente ebbe fiducia in noi. Ora che tutti hanno visto il lavoro fatto, penso che sia più facile che ci possano votare».

I risultati, effettivam­ente, sono sotto gli occhi di tutti. La «alcadesa» — una donna tranquilla di 67 anni, lontana dalla politica — è riuscita infatti a bloccare il fenomeno sempre più grave dell’abbandono di un territorio dal quale i giovani fuggono per mancanza di prospettiv­e. La tendenza è stata invertita. Angüés (che è non lontana dal parco nazionale di Ordesa trasformat­o dallo scrittore Manuel Vilas in un simbolo della memoria dell’infanzia) aveva oltre un migliaio di abitanti all’inizio del secolo scorso e ora ne ha 368. Pochi, ma sempre di più dei 354 del 2019. Chi è arrivato lo ha fatto perché sono state ristruttur­ate case di proprietà del Comune, è stato approvato un progetto per accogliere giovani, si è deciso di ingrandire la scuola e di riaprire la biblioteca. I fondi? Gli stipendi dei consiglier­i comunali. «Vogliamo dimostrare a chi abita scontento in città — osserva la sindaca — che esistono altri modelli di vita».

A scegliere questa strada è stata tra gli altri la figlia di Herminia, Violeta Bernardos, tornata nel villaggio dopo aver abitato a Madrid per cinque anni. «La vita cittadina — ha raccontato a The Times — non mi manca, perché in un paese si fa di più con molto meno». Anche lei è nella lista, sempre tutta femminile, denominata «Donne per il municipio di Angüés», che ora dovrà affrontare non solo i socialisti ma anche i popolari. Certo, il futuro della politica spagnola non passa da qui. Ma il governo Sánchez, chiamato ad una prova importante nelle elezioni regionali e locali che precedono di sei mesi le politiche, non deve dimenticar­e la Spagna «profonda». Prendendo esempio, magari, anche dalla sindaca Ballestín.

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