Abuso d’ufficio, dem divisi I sindaci chiedono il dialogo Schlein pronta a «trattare»
La leader: noi contrari, ma faremo nostre proposte. Niente ostruzionismo
Ci mancava anche questa. Elly Schlein deve far fronte a una nuova crepa che si è aperta nel non solidissimo muro del Pd: la maggior parte dei sindaci dem invita il partito a non respingere al mittente le proposte del Guardasigilli Nordio sull’abuso d’ufficio. La segretaria è convinta che « la destra ne stia facendo uno strumento di propaganda politica e utilizzi temi così delicati a questo scopo » .
L’ opinione della leader è chiara: « Vogliono fare della giustizia un terreno di scontro » , approfittando anche del fatto che quella della riforma dell’abuso d’ufficio è da tempo una battaglia degli amministratori locali del Partito democratico. Per questa ragione la segretaria da due giorni va ripetendo a tutti i suoi interlocutori la stessa frase: « Dobbiamo evitare di far passare la pluralità che è al nostro interno, e che è una caratteristica del Pd, per debolezza » .
Schlein non ha dubbi: « L’abrogazione non può passare, non si possono abolire i controlli di legalità ». Masi rende conto che l’onda d’urto dei sindaci è imponente. E che gli amministratori locali non vedono di cattivo occhio il disegno di legge presentato da Carlo Nordio: « Tutti i sindaci hanno chiesto l’abolizione dell’abuso o una sua profonda riforma » , ricorda il potente governatore della Puglia Michele Emiliano, che fa capire di non avere una posizione troppo diversa da quella del suo collega Vincenzo De Luca.
Gli amministrato risono l’ ossatura della macchina organizzativa che ilPd dovrà mettere in campo alle Europee. E su queste elezioni Schlein punta tutte le sue carte. Perciò il Nazareno non vuole mettersi troppo in urto con i sindaci. Non solo: anche tra i parlamentar idem c’ è chi vorrebbe un approccio meno ideologico. Soprattutto tra quei deputati e senatori che s ono stati a mministratori: Piero Fassino, Daniele Manca, Federico Gianassi, Augusto Curti, tanto per fare dei nomi. Non che siano favorevoli senza se e senza ma alla proposta del centrodestra, però vorrebbero che il partito si sedesse al tavolo e discutesse. E anche chi ha molti dubbi sulla bontà della proposta del governo, come Lorenzo Guerini, ai suoi spiega con fare pragmatico: « La nostra posizione comunque non può essere quella del muro contro muro o dell’ostruzionismo, ci vuole una discussione seria sul merito, però per farla il governo non può blindare il ddl » . È inevitabile che a questo punto, nonostante non sia all’ordine del giorno della direzione di domani, in quella sede si finirà per parlare di giustizia e abuso d’ uffi ci o. Anche perché nei loro ragionamenti di questi giorni un po’ tutti i parlamentari, qualsiasi sia la loro posizione nel merito, propendono per un chiarimento interno su questo tema.
« Dobbiamo parlarne bene » , di ce Matte o Or f i ni a i compagni di partito. E Gianni Cuperlo è dello stesso avviso: « Dobbiamo discuterne in direzione e poi coinvolgere anche i gruppi parlamentari » . Tutti nel Pd danno per scontato che alla fine la risposta de mal disegno di legge presentato dal ministro della Giustizia sarà un no. Ma c’è modo e modo per opporsi. Ed è su questo che Schlein sta riflettendo negli ultimi giorni.
« Capisco — dice ai suoi la segretaria dem — le ragioni dei sindaci e si può ragionare sull’ eliminazione di alcuni effetti distorsivi di quel reato, ma abolirlo non esiste proprio » . Però la leader del Partito democratico, viste le molte spinte che vengono dall’interno del Pd, non intraprenderà la strada dell’ ostruzionismo e, pur alzandole barricate, opterà per una opposizione costruttiva: « Presenteremo le nostre proposte » , spiega ai compagni di partito.
Niente muro contro muro, dunque. Ma il rischio per la segretaria è c he Gi us e ppe Conte — che al di là dei baci e degli abbracci in piazza vede il Pd come un competitore in vista delle Europee — decida i nvece di alzare i l tiro sulla giustizia. Perché è un argomento più che popolare presso il popolo del Movimento Cinque Stelle e perché, comunque, questo può essere un modo per mettere in difficoltà il Partito democratico. Ma la segretaria non ha certo intenzione di prestare il fianco agli attacchi indiretti del futuribile alleato. Perciò avvisa i suoi: « Se vediamo che la destra utilizza questo provvedimento solo per fare confusione e propaganda, noi non li asseconderemo di certo su questa strada. La posizione del Pd è chiara. Questa riforma non ci piace » .
La direzione
Molti parlamentari chiederanno un chiarimento nella direzione di domani