Malavenda: il sistema intercettazioni già funzionava
Avvocato Caterina Malavenda, da esperta del diritto dell’informazione era necessaria la stretta sulle intercettazioni?
« Direi proprio di no. Non c’era nessuna emergenza da fronteggiare e il sistema funzionava. Tanto che il garante della privacy nel 2020 in commissione giustizia, dopo la legge Bonafede- Orlando, ha detto che non è stata accertata alcuna violazione. E anche prima non è che ce ne fossero state tante » .
Cosa cambia?
« Dal 2020 il giudice seleziona le intercettazioni e acquisisce solo quelle non irrilevanti, secretando tutte le altre. All’indagato arrivano solo le prime che, non più segrete, possono circolare ed arrivare anche ai giornalisti. Da ora in poi però non potranno pubblicarle » .
Non ci sono criticità?
« Se il giudice lo arresta, l’indagato entra in possesso di tutte le intercettazioni che, senza alcuna selezione a monte, non sono più segrete, il che ne favorisce la circolazione, del tutto lecita. Anche se non ci sono stati abusi, come ha confermato il Garante, si poteva forse prevedere il divieto esplicito di pubblicare quelle riguardanti terzi o dati sensibili dell’indagato. Anche se ciò è già imposto dalle regole deontologiche e dalla legge sul trattamento dei dati. Per tutte le altre conversazioni il divieto di pubblicazione non ha alcun senso » .
Cosa rischia chi lo viola?
« Quello che accade oggi con altri atti di indagine. Chi li pubblica in modo scorretto commette una contravvenzione oblabile, pagando la metà del massimo dell’ammenda prevista. Quindi 129 euro e il reato si estingue » .
È giustificato l’allarme sulla compressione del diritto di cronaca?
« Non so dire quale sia lo scopo del disegno di legge, certo il diritto di cronaca prevale su quella norma penale che vuole solo evitare che il giudice del futuro processo legga sui giornali atti che non può conoscere. Certo, se aumentasse il massimo dell’ammenda il ricorso all’oblazione diverrebbe antieconomico » .
E allora?
« Si faranno i processi e sarà il giudice a decidere se il giornalista va assolto avendo esercitato quel diritto la cui tutela non mi pare sia almeno al momento in discussione, anche se con qualche distinguo ed un po’ di insofferenza. Direi a chi si preoccupa, al momento tanto rumore per nulla » .