Corriere della Sera

Rabbia sociale, servono analisi più serie

- di Marco Imarisio

Ci siamo chiesti spesso come sarebbe stato il ritorno di Beppe Grillo sulla scena pubblica. E ora che lo sappiamo, era meglio quando eravamo ignoranti. La curiosità non era di quelle fondamenta­li, perché l’uomo delle stelle appartiene a un passato ormai remoto della politica italiana. Ma l’esilio ben retribuito dallo stipendio che gli passa Giuseppe Conte produce qualche effetto collateral­e, come ad esempio una certa disconness­ione dal Paese reale. Quando ieri è apparso sul palco, Grillo è sembrato a tratti come quegli ospiti che all’ultimo momento si presentano alle feste senza conoscere gli altri. L’invito alla ribellione rivolto ai percettori del reddito di cittadinan­za ha fatto rizzare molti capelli sulla testa, primi tra tutti quelli di Conte. « Fate le brigate di cittadinan­za » ha detto iniziando uno slalom tra parole scabrose.

« Mettetevi il passamonta­gna e di notte, senza farvi vedere, fate i lavoretti, sistemate i marciapied­i, reagite » . Alla fine, è rimasto in piedi. Sarebbe ingiusto accusarlo di incitament­o alla violenza, perché il concetto, per quanto poco chiaro, non voleva esprimere quello. Ma la rabbia sociale, che lui rivendica sempre di avere incanalato attraverso il Movimento, è un argomento che meriterebb­e analisi più serie di una battuta potenzialm­ente scivolosa. Grillo racconta di passare molto tempo a studiare. Forse, sono i siti che frequenta a essere sbagliati. Anche il vaffa finale, vecchio cavallo di battaglia, è risultato confuso. Se non altro, almeno in quello l’ex padrone del Movimento ha mostrato una certa coerenza.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy