Corriere della Sera

La telefonata del nemico russo: «Ciao, ho ucciso io il tuo Andriy»

Kate e i messaggi proibiti scambiati con il killer del suo gemello: non posso perdonarlo

- del nostro inviato a Kiev Francesco Battistini

Plin. Messaggino. Ma chi scrive a quest’ora? «Ricordo che quella sera ero un po’ stanca e all’inizio non ho guardato il display… » . Da sette mesi, da quando il suo gemello Andriy era sparito nel nulla mentre combatteva al fronte, Katerina era diventata come lui: un fantasma. Trentasett­e anni e pochi chili di più. Mangiava poco. Dormiva anche meno. Faticava a lavorare. Sempre a chiedersi d o ve fosse finita, quell’anima gemella. Catturato? Ferito? Ucciso? Di sicuro

znikliy bezvisty, disperso in battaglia «nel valoroso adempiment­o del suo dovere».

Plin, altro messaggino. Ma chi è? Quella sera d’inverno, il primo dicembre, 253 giorni dopo l’ultima volta che aveva parlato con Andriy, alla fine Katerina sbloccò il codice dello schermo e guardò. Ci mise qualche secondo, a leggere. Molto di più, a capire. Il WhatsApp era in cirillico e arrivava da un numero russo. Località: Ufa, Repubblica di Bashkiria, Siberia. Utente, sconosciut­o: « Ciao, mi chiamo Timur... » . Timur: che nella Russia asiatica vuol dire ferro, quello ancora grezzo estratto dalle miniere; che nelle vecchie fiabe sovietiche è sempre un piccolo eroe senza macchia, una specie di ragazzo della via Pál incaricato di salvare il suo villaggio. Questo però era un altro Timur. Un ferrovecch­io. Un reduce macchiato nella memoria. Che si faceva vivo col suo racconto dell’orrore: «Ciao Kate. Ti scrivo da un posto della Siberia. Sono stato a combattere in Ucraina. Ora sono tornato a casa mia. Posso chiederti una cosa? L’avete sepolto o no, tuo fratello?».

Seduta in un caffè di Kiev, Katerina Holodniako­va stringe ancora il cellulare come un’arma. O una reliquia. Le foto, i video, i messaggi: lì dentro, c’è tutto quel che ha saputo della fine di Andriy.Mos tralo scambio di quel primo dicembre. Un Timur che di colpo compare dal nulla per scriverle solo una cosa, una confession­e: «Ho ammazzato io tuo fratello». Con una richiesta di perdono: «Scusami». Sul telefonino, certe parole, Kate ha voluto cerchiarle di rosso rabbia: «Io non avevo nessuna voglia di perdonarlo! Ho capito subito che era un poveraccio senza testa. Quel che m’importava, era soltanto sapere. Così ho finto d’essere calma, comprensiv­a. Mi sono sforzata di non aggredirlo. E l’ ho fatto raccontare». Poco da dire: il 15 marzo 2022, Andriy era rimasto ferito ed era stato abbandonat­o dai compagni dalle parti di Mikilske, un villaggio verso il Mar Nero, «e io me lo sono trovato davanti, gli ho ordinato d’arrendersi, ma lui ha sparato e allora gli ho sparato anch’io». «Ma come hai fatto a trovarmi?», domanda lei. E lui: «Il tuo nome era memorizzat­o come “Kate” nella sim che ho preso dal cadavere». Lei: «Come faccio a sapere che non menti? » . Lui: « Ti giro questo messaggio che gli avevi scritto tu». Lei: «E perché mi hai cercato?». Lui: «Tuo fratello è stato il primo soldato ucraino che ho ucciso. Non riesco a dimenticar­melo. Mi compare in sogno tutte le notti. E ho bisogno di dirti dov’è, per seppellirl­o».

Al telefono col nemico. La legge di guerra vieta di buttare l’orecchio oltre il fronte: la gemella di Andriy rischia, Timur anche di più. Cala qualche settimana di silenzio. Ma a fine dicembre, è Kate a rifarsi viva. Con una videochiam­ata, stavolta. Dieci minuti, per guardare negli occhi questo siberiano e screenshot­tarlo: un uomo che dimostra meno di trent’anni, tratti asiatici, una barba rada e nera sul mento, «mi ha detto che ormai è tornato al suo lavoro di guardia in un supermerca­to e fa una vita normale». Questi collegamen­ti diventano un’ossessione. E per un po’ di tempo, ogni volta che smonta dal suo lavoro di dentista, Kate ha l’ansia di comunicare con l’assassino. Facile capirsi, in russo: «È durata qualche mese. Io ascoltavo e parlavo poco. Ma era dura. Ogni tanto, lui partiva con la propaganda e io perdevo la pazienza. E glielo dicevo: se pensi di dirmi queste cose, puoi

anche chiudere… Vedrai che ci vengo anch’io, nei tuoi sogni… Se davvero vuoi aiutarmi, dimmi come faccio a recuperare il corpo di Andriy… » . Questo è quel che preme a Kate: «Dov’è morto mio fratello, è ancora territorio occupato dai russi. Ho saputo che l’hanno sepolto gli abitanti della zona. Ma io voglio che sia riportato nell’Ucraina libera. E riconosciu­to come un eroe, perché s’è fatto ammazzare pur di non essere preso. E perché lui ci credeva: era un ingegnere, era partito volontario nel 2020 quando aveva capito chele cos esistavano mettendo male. Un romantico. Un oche voleva aiutare la gente e pensava che l ’ Ucraina avesse bisogno di lui » . Kate ha passato tutte le informazio­ni all’ esercito ucraino, « ma se ne fregano, Andriy non è in una fossa comune e nessuno si muove per recuperare una salma soltanto». L’ultimo contatto col soldato russo, due mesi fa: « Ho provato a riparlarci. Ma lui ha ricomincia­to con le stronzate: devi capire che noi russi siamo venuti a salvarvi, che siete in mano agli eredi nazisti di Bandera, che siamo vostri fratelli… Gli ho risposto di smetterla di guardare la tv russa. E di non parlare con me di politica: se c’è un legame fraterno, perché è venuto ad ammazzare il mio gemello? » . Meglio chiudere: «Io spero che Timur viva a lungo. E che continui a sognarsi Andriy. Tutte le notti».

Le condizioni per il dialogo sono state definite. Una di queste è il rispetto della carta delle Nazioni Unite Macky Sall presidente del Senegal

L’accordo sul grano non ha alcuna possibilit­à di essere rinnovato: la parte riguardant­e la Federazion­e russa non è mai stata rispettata Dimitry Peskov portavoce del Cremlino

La confession­e

È stato il primo soldato ucraino che ho ucciso. Lo sogno tutte le notti, devo dirti dov’è per seppellirl­o

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Katerina Holodniako­va, 37 anni con il fratello gemello Andriy, ucciso all'inizio dell'aggression­e russa, il 15 marzo 2022
Insieme Katerina Holodniako­va, 37 anni con il fratello gemello Andriy, ucciso all'inizio dell'aggression­e russa, il 15 marzo 2022

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