Attacco jihadista: 41 morti in una scuola
Hanno ucciso i ragazzi e rapito le ragazze, poco prima di mezzanotte. Hanno esploso bombe e incendiato un dormitorio che era la casa di buona parte dei 60 studenti che vivevano e studiavano alla scuola secondaria Lhubirha a Mpondwe, una località dell’Uganda sud- occidentale a neanche 2 chilometri dal confine con la Repubblica Democratica del Congo. E proprio oltre la frontiera sono fuggiti, verso il Parco Nazionale Virunga, dopo aver braccato i sopravvissuti a colpi di machete.
Autori della strage: cinque uomini appartenenti alle Forze Alleate Democratiche ( Adf), un gruppuscolo jihadista affiliato allo Stato Islamico. Il bilancio provvisorio delle vittime: 41 morti, in grande maggioranza studenti dai 16 anni in su. Ci sarebbero anche otto feriti in condizioni critiche all’ospedale di Bwera.
Molti ragazzi mancano all’appello e non è chiaro quante persone ( soprattutto ragazze) siano state rapite dai terroristi. Le forze di sicurezza ugandesi stanno inseguendo il commando oltre il confine, usando anche gli elicotteri, nella foresta del più antico parco nazionale africano, il Virunga. Il lembo meridionale del parco non è lontano dal luogo dove fu ucciso due anni fa in un agguato l’ambasciatore italiano Luca Attanasio.
In quest’area vastissima le milizie armate si spostano da una parte all’altra della frontiera, tra Congo e Uganda. Una settimana fa una cellula dell’Adf aveva attaccato un villaggio nel Nord Kivu, e 100 persone erano scappate in Uganda. Si sapeva che fossero in zona, ma nessuno ha pensato che potessero colpire la scuola di Mpondwe. È il primo attacco del genere in 25 anni: l’ultima volta i ribelli avevano colpito nel giugno 1998. Allora erano morti 80 studenti.
L’Adf è nato negli anni Novanta del secolo scorso tra gli oppositori del presidente Yuweri Museveni, al potere dal 1986, accusato di emarginare i musulmani in Uganda ( che ufficialmente sono il 14%). Il gruppo si è successivamente diviso e riunito in più occasioni. Da vent’anni ha spostato le sue basi dall’area del monte Ruwenzori, dove era braccato dall’esercito di Museveni, al Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, che è un alveare incontrollato di interessi economici e gruppi armati. Nel 2010 il gruppo ha « firmato » la strage in un locale di Kampala: decine di persone morirono mentre assistevano a una partita del Mondiale di calcio in Sudafrica.