Indagato il gruppo di youtuber Sul canale social insulti e fan in fuga
Roma, la folle corsa con il suv e la morte del piccolo Manuel. Il pm: Di Pietro distratto dagli amici
Sono tutti sotto indagine gli occupanti del Suv che mercoledì a Casal Palocco ha travolto la Smart con a bordo il piccolo Manuel, di 5 anni, uccidendolo. Gli accertamenti dei carabinieri si concentrano non solo su Matteo Di Pietro, che era alla guida e risponde di omicidio stradale e lesioni, ma anche sugli altri quattro r a gazz i s ul l a Lamborghini Urus, noleggiata per una chal
lenge che prevedeva di restare nell’auto per 50 ore di fila. A tutti potrebbe essere contestato i l concorso nelle accuse mosse a Di Pietro perché, secondo gli investigatori, avrebbero avuto un ruolo decisivo nel determinare la presunta disattenzione del guidatore e anzi a spingerlo ad accentuare i toni della «sfida» che, arrivata praticamente a conclusione (il Suv era stato noleggiato due giorni prima), stava terminando con una corsa a velocità sostenuta su via Macchia di Saponara, in un tratto rettilineo, senza margini fra bordo strada e marciapiedi, e dove il limite di velocità è di 30 chilometri orari per la presenza di dossi causati dalle radici degli alberi e dalla vicinanza dell’asilo che frequentava Manuel.
L’impatto con la Smart della mamma del bambino è avvenuto fra l’altro in prossimità di una traversa ( dove la 29enne stava svoltando) preceduta da strisce pedonali. Insomma, i motivi per usare cautela alla guida c’erano tutti. Ecco perché venerdì sono stati sequestrati ai quattro — nelle loro abitazioni e nella sede della società TheBorderline vicino a San Pietro — non solo i telefoni ma le strumentazioni utili a compiere riprese, incluse alcune mini telecamere GoPro: potrebbero essere state usate prima o al momento dell’incidente e quindi fornire indicazioni utilissime alle indagini. Acquisite anche le immagini di alcune telecamere: avrebbero ripreso le due auto coinvolte nell’incidente prima dello schianto.
A Casal Palocco e all’Infernetto intanto dei quattro del Suv si sono perse le tracce. Alcuni sono chiusi in casa, altri sono andati via per sottrarsi all e attenzioni dei media e al giudizio dei residenti, dopo essersi ulteriormente esposti sul web. Come Vito Loiacono, ripreso più volte in video sulla stessa Lamborghini poche ore prima della morte di Manuel, che ha postato un messaggio in cui chiedeva di comprendere la sua sofferenza.
Lui e gli altri mercoledì sono stati però visti dai testimoni stringere in mano gli smartphone per girare video alle auto incidentate. Comportamento che ha scatenato il parapiglia con i papà di bimbi amici di Manuel: un testimone ha perfino sentito da uno degli youtuber la frase «Tranquillizzati, daremo un sacco di soldi alla famiglia ( del bimbo) e si sistemerà tutto » . L’indignazione generale nei loro confronti ha fatto tuttavia aumentare i follower sui profili social: 86 mila per il gruppo « TheBorderline», oltre 44 mila per Di Pietro, quasi 56mila per Loiacono. Il sospetto è che si tratti di utenti incuriositi dalle figure dei protagonisti di un caso mediatico, più che di «fan». Pochi gli amici che li difendono, molti di più i commenti co n b a t t u te e condanne. « Prossima sfida: 30 anni in carcere», è uno dei post lasciati anche sul canale YouTube «TheBorderline. Proprio lì gli iscritti hanno cominciato a calare, dai 601mila di pochi giorni fa ai 599mila. Vari i commenti, anche di personaggi noti. Dice per esempio Alessandro Gassman sugli Youtuber: «Sono ignoranti che parlano ad altri ignoranti del nulla, diventano ricchi ed istigano altri a fare peggio. Non devono mai più avere accesso a YouTube». Ieri intanto al Policlinico di Tor Vergata c’è stata l’autopsia: domani la salma dovrebbe essere restituita ai familiari per i funerali.