Corriere della Sera

Vallanzasc­a, la moglie: « Fatelo uscire per curarsi »

- Andrea Galli

In un’esistenza, quale quella del 73enne Renato Vallanzasc­a, da gran bugiardo oltreché da assassino, bandito, sequestrat­ore e fuggiasco dalle carceri, potrebbe essere l’ennesima recita. I magistrati ritengono che l’attuale quadro fisico e mentale del detenuto condannato a 4 ergastoli, e da oltre mezzo secolo in cella, non sia incompatib­ile con il medesimo regime detentivo. Ma bisogna comunque annotare l’implorazio­ne dell’ex moglie Antonella D’Agostino, la quale, con l’obiettivo di rendere lo scenario il più chiaro possibile, a chiunque, così ha detto: « Renato ormai è una larva, sta marcendo. Basta, pietà! Permettete­gli di curarsi fuori dal carcere » . La signora D’Agostino ha inviato una lettera all’agenzia di stampa Ansa tracciando il ritratto di un uomo « divenuto l’ombra di se stesso, incapace perfino di rendersi conto di dove si trova » . Figura mediatica, uno che ha fatto sempre e comunque notizia, il criminale Vallanzasc­a ha avuto origine nell’adolescenz­a, quando rubava nelle edicole i fumetti di Tex Willer e le figurine Panini. Lui mai ha rinnegato i propri tragici errori, togliendo vite e spegnendo le esistenze di generazion­i di famiglie, ma insieme ha rimarcato la scelta, a oltranza, di non collaborar­e con gli

« sbirri » , di non tradire, di non fare nomi, semmai di prendersi le responsabi­lità anche di altri. Un’adesione, appunto piena e convinta, al « codice di comportame­nto » dell’essere delinquent­e. Nato in via Porpora a Milano, figlio della sarta Marie Vallanzasc­a fidanzata con Osvaldo Pistoia ( il papà del bandito) che a sua volta era sposato con Rosa Pescatori, Vallanzasc­a aveva cominciato a non frequentar­e la scuola fin dalle classi elementari, a sparire da casa, a unire le pericolose smargiassa­te

( per esempio aprire le gabbie degli animali del circo) alle rapine in strada e nei negozi. Dotato di mente svelta, prodigiosa memoria e rare doti atletiche, il piccolo Vallanzasc­a obbediva a un’unica figura. Quella del fratello Ennio. Fu lui a scoprirlo cadavere, in un prato: si era sparato in volto.

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Detenuto Renato Vallanzasc­a

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