Allarme di Montezemolo: «Alla filiera dell’auto serve una politica industriale»
In Italia prodotti solo 460 mila veicoli, in Francia oltre un milione
« L’industria dell’auto e, di conseguenza, tutta la filiera dell’indotto, rappresenta da sempre uno dei pilastri più importanti sia per l’economia che per il lavoro, nel nostro Paese » . Luca Cordero di Montezemolo è intervenuto, a Napoli, alla presentazione del libro « Scudieria Ferrari. Paolo Scudieri ed Enzo Ferrari. Una storia inedita tra Arte e Passione », scritto da Antonio Ghini, ribadendo che « in Italia le vendite di automobili sono calate in modo drammatico, nel 2022 si sono costruite solamente 460.610 auto e siamo precipitati all’ottavo posto tra i produttori europei » . Di conseguenza a Bruxelles abbiamo meno peso, siamo ormai battuti dalla Repubblica Ceca, dalla Slovacchia, dalla
Turchia, dalla Romania, dalla Spagna, senza contare la Germania ( 3.480.357 vetture) e la Francia ( 1 . 010.466 vetture), considerando che, nel 2019, si erano assemblate oltre 743 mila unità( non sono compresi i veicoli commerciali). Una discesa che deve mettere in allarme in primo luogo il governo che « ha la responsabilità di realizzare con urgenza un vero progetto di politica industriale per l’automobile da condividere con tutto il settore, questo è il tema centrale – ha sottolineato ancora Montezemolo – adottando azioni strutturali per rendere sempre competitiva anche la filiera auto motive italiana, attraendo nuovi cost r uttori che apprezzino la nostra tecnologia, le eccellenze della componentistica, il nostro capitale umano e la nostra cultura » . Lungo tutto lo Stivale, il 25% del parco circolante — composto da circa 40 milioni — è anziano, altamente i nquinante, praticamente tutto da rottamare, il pri ma possibile. « E’ molto importante – ha precisato ancora il manager – che vengano rimodulati nuovi incentivi che non favoriscano il lavoro e le imprese che producono all’estero, Stellantis deve utilizzare gli stabilimenti ex Fca che ricorrono, invece, costantemente alla cassa di integrazione » .
Negli ultimi tre mesi dello scorso anno, nel polo torinese, si è riscontrata una flessione del 27% rispetto al 2021( da 23.448 a 17.210); a Cassino la produzione si è attestata a 55mila unità, un incremento rispetto al 2021 ( più 25%) ma ben lontano dalla capacità raggiunta nel 2017, con la produzione che superava le 135mila unità e l’occupazione era maggiore di mille persone. Cassino può assemblare sino a 300mila auto, per cui servono, da parte di Stellantis, nuove assegnazioni. Anche per Pomigliano i risultati sarebbero stati maggiori se non ci fosse stato un fermo per 100 turni ( 50 giorni) dovuti alla mancanza di componenti; Melfi è il sito con la perdita maggiore rispetto al 2019, un meno 34%, pari a oltre 84.307 vetture, i turni di fermo sono stati 297, causando un contraccolpo occupazionale di circa 1500 lavoratori. Per ultimo, ha detto ancora Montezemolo « la vendita di Magneti Marelli, con 85 stabilimenti in tutto il mondo, in grado di fornire ogni casa automobilistica, ceduta da Fca a Calsonic Kansei, significa una grossa perdita, in Italia non esiste più una grande azienda elettronica » .