Fedeltà Mancini «Felice di essere il c.t. dell’Italia Il Mondiale? Si può vincerlo»
Se perdere aiuta a perdere, l’Italia deve urgentemente invertire la rotta per non infilarsi nel buco nero della disperazione. Il Mancini che non ti aspetti spezza la monotonia dell’afoso sabato olandese, chiarendo ai naviganti azzurri due concetti che gli stanno particolarmente a cuore: è l’allenatore della Nazionale e continuerà a esserlo e il progetto di rinnovamento, tanto invocato, è già in atto. Mancio va dritto al punto perché l’incertezza avvelena i pozzi e rende instabile il quadro generale: « Sento in giro voci sul mio futuro che non hanno né capo né coda. Sono felice di essere il c. t. e non mi scoraggio. Dovrei farlo per così poco? Casomai ero dispiaciuto e molto per la sconfitta: volevo vincere la Nations League » . Eccolo il Mancini di cui abbiamo bisogno. Determinato, appassionato, pungente. Orgoglioso. Perché la Nazionale, in un momento così, ha necessità di una guida forte, senza sbandamenti. E quando gli segnalano che Donnarumma e Acerbi non si divertirebbero più, il tecnico li bacchetta: « Se è così è un male. Potevano dirmelo prima » . E magari stare fuori. Dopo aver vinto l’Europeo, l’incantesimo si è rotto. Tra le due sconfitte contro la Spagna, a distanza di 20 mesi l’una dall’altra, abbiamo perso 7 volte e tutti gli appuntamenti importanti: il viaggio in Qatar, due Nations League e la Finalissima a Wembley contro l’Argentina. Mancini dice che del recente passato butterebbe via soltanto il Mondiale fallito: « È l’unico aspetto negativo » . In realtà ce ne sono molti altri. Ma è meglio guardare avanti e riannodare il filo del discorso per affrontare nel modo giusto le scivolose qualificazioni a Euro 2024 in Germania, dove andremo da campioni d’Europa con lo sguardo però già proiettato sul sogno americano del 2026, il vero obiettivo della Federazione e dello stesso allenatore. Che sul tema del ricambio generazione, alza la voce perché certe critiche non le condivide: « Il progetto è già partito. Siamo arrivati alle finali di Nations
con i giovani, alcuni quasi sconosciuti, ma accanto a loro serve qualche giocatore di esperienza. Sono pronto a rischiare se serve a crescere e ho fiducia nel futuro. L’Italia può arrivare al Mondiale 2026 e rischiare di vincerlo » . Ritrovando la magia spezzata. Anche Mancini deve fare uno scatto in avanti e liberarsi dal senso di fallimento per quello svanito contro la Macedonia. Per il Mancio è un tarlo, una maledizione. La sfida deve ripartire. Già oggi, contro l’Olanda di Rambo Koeman, che riporta alla luce il ricordo doloroso della finale di Champions persa con la Sampdoria. Una finalina inutile e insidiosa da affrontare con il 4- 3- 3 e una formazione rinnovata: in difesa debutterà Alessandro Buongiorno, 24 anni, stellina del Torino, al posto di Bonucci: « Tutto finisce quando si alza l’età » , dice il c. t. sul capitano ed è un indizio su cosa potrebbe accadere. In attacco, con Gnonto e Raspadori, toccherà a Retegui. Il futuro è oggi. Basta scivoloni.