Corriere della Sera

Giocare d’anticipo sul calo degli estrogeni

Se ci si occupa per tempo dell’inevitabil­e aumento del tessuto adiposo in menopausa è possibile limitarne le ricadute non solo sull’aspetto ma anche sulla salute

- di Elena Meli

Già intorno ai 35- 40 anni l e donne i niziano a far fatica a restare nei limiti del peso, ma intorno alla menopausa la battaglia diventa più dura. Lo hanno ammesso gli esperti durante l’ultimo congresso della North Ameri c a n Menopaus e Society, segnalando che circa due terzi delle over 50 ha problemi di sovrappeso: un po’ è colpa dell’età, perché con gli anni si tende a perdere la massa muscolare magra, che è la grande consumatri­ce di calorie del nostro organismo, che quindi, invecchian­do, ha un metabolism­o più lento. Tuttavia una ricerca della Duke University ha dimostrato che il metabolism­o si « addormenta» davvero solo dopo i 60 anni; l’elemento decisivo è quindi proprio l a menopa u s a , quando l’intero corpo si riorganizz­a per adattarsi al calo degli ormoni femminili.

La formula: -20%+20%

«L’aumento di peso è un fenomeno che accompagna la menopausa, quando la riduzione degli estrogeni lancia segnali ai muscoli, al fegato, al grasso corporeo, al sistema nervoso centrale: si riduce la sensibilit­à all’insulina, l’ormone che fa usare l’energia degli zuccheri, mentre aumentano i fattori infiammato­ri e cresce la fame emotiva, che spinge a mangiare per bilanciare il tono dell’ umore », spiega Rossella Nappi, direttrice dell’Unità di Ginecologi­a endocrinol­ogica e menopausa dell’Irccs Fondazione San Matteo di Pavia e prossima presidente della Internatio­nal Menopause Society. «Per compensare la tendenza a mettere su peso dovremmo mangiare il 20% in meno e muoverci il 20% in più; tante non lo fanno e così nel periodo critico, che va dai due anni prima dell’ultimo ciclo, che segna l’inizio della menopausa, all’anno successivo, acquistano in media dai 3 ai 6 chili, che si traducono in 5- 6 centimetri di girovita in più. È un evento fisiologic­o, la natura lo vuole: il grasso produce un po’ di estrogeni, accumularl­o serve per bilanciare almeno in parte la riduzione degli ormoni legata alla menopausa. Il peso che si prende cambia in base a quello di partenza, perché, per esempio, le donne più esil i i ngrassano meno, o anche all’etnia, con le donne di colore che accumulano pure su cosce e fianchi; in tutte però il girovita aumenta un po’».

Gli altri disturbi

Ingrassare è lo spauracchi­o più grande per tantissime: dati presentati da Rossella Nappi all’ultimo Congresso Europeo su Menopausa e Andropausa, a Firenze, mostrano che il controllo del peso è al primo posto fra le preoccupaz­ioni di salute legate alla menopausa, prima del rischio di tumori, malattie cardiovasc­olari od osteoporos­i, e al primo posto fra i sintomi temuti, ancora più dei disturbi del sonno o delle vampate. Tutto questo anche se poi ingrassa in modo significat­ivo solo una donna su due, mentre a combattere contro le vampate sono due su tre: cambiare taglia è insomma un elemento di disagio, ma al di là dell’estetica costituisc­e anche un problema di salute.

Da «pera» a «mela»

Durante l’età fertile infatti gli estrogeni aiutano a depositare il grasso in eccesso dove non fa male, regalando alle donne la tipica forma « a pera » con fianchi e cosce più robusti: qui i l grasso è un deposito neutro o addirittur­a utile a ridurre il grado di infiammazi­one nel cervello, come suggerisco­no gli ultimi studi.

Quando però gli estrogeni iniziano a scarseggia­re, l’adipe finisce sulla pancia e si tende più alla pericolosa forma « a mela » : il grasso addominale, che riveste anche gli organi interni come fegato, cuore e vasi, può produrre sostanze proinfiamm­atorie e pro- tumorali, f avorisce l ’a terosclero­si, «strozza» il fegato incrementa­ndo l’infiammazi­one generale. Il risultato? Sale il rischio di malattie cardiovasc­olari come infarti e ictus, di disfunzion­i sessuali, problemi renal i , di alcuni t umori come il cancro al seno, all’endometrio, al colon-retto.

Sindrome metabolica

«Con il calo degli estrogeni e il relativo aumento degli androgeni si hanno modifiche metabolich­e che portano, anche a un maggior rischio di sindrome metabolica che a sua volta può favorire lo sviluppo di diabete», interviene Annamaria Colao, presidente della Società Italiana di Endocrinol­ogia. «La sindrome metabolica è più frequente negli uomini rispetto alle donne in età fertile, ma dopo la menopausa le proporzion­i si invertono: il calo degli estrogeni e l’accumulo di grasso favoriscon­o la resistenza all’insulina, cresce

Il controllo del peso è al primo posto fra le preoccupaz­ioni di salute legate alla menopausa e fra i sintomi temuti, più ancora delle vampate

il rischio di dislipidem­ie.

« Contrastar­e l’aumento di peso in menopausa è fondamenta­le per la salute e la prima regola per riuscirci è seguire la dieta mediterran­ea, variegata e ricca di alimenti che abbondano di vitamine, minerali, sostanze antiossida­nti e antinfiamm­atorie, come gli acidi grassi omega 3, e di grassi insaturi anziché saturi ». La pancia infatti aumenta non solo mangiando troppi grassi, ma anche se si esagera con zuccheri semplici e cibi ad alto indice glicemico, che contengono zuccheri che si assorbono rapidament­e e danno un picco più immediato e elevato di glicemia: anche per questo in peri- menopausa e menopausa è ideale la dieta mediterran­ea, in cui gran parte dell’energia deriva da carboidrat­i complessi e si abbonda con vegetali, legumi e cereali integrali. Quando il girovita si allarga significa che si sta accumuland­o grasso e introducen­do più energia di quanta ne consumiamo, a prescinder­e da quanto sia pigro il metabolism­o di base.

I tre anni decisivi

Mangiare meno e meglio, muoversi di più; ci sono altri « trucchi » per non ingrassare in menopausa o magari dimagrire, se i chili di troppo si sono già accumulati sulla pancia? « Il periodo più critico è breve, ma decisivo: nei tre anni a cavallo della menopausa è importante fare più attività fisica, per mantenere il metabolism­o attivo e prendere meno peso, e fare attenzione non solo a quanto ma anche a comesi mangia », aggiunge Nappi. « La fame emotiva va combattuta perché aumenta l’introito calorico senza che quasi ce ne accorgiamo; conta poi come si mangia perché oggi sappiamo che farlo sotto stress, in fretta, magari sentendosi incolpa perché ci concediamo un cioccolati­no, comporta un maggiore incremento di peso. Si attiva infatti di più il sistema nervoso simpatico, elemento che peraltro concorre ad aumentare ulteriorme­nte il rischio cardiovasc­olare».

Poiché dopo essere entrate in menopausa si fa ancora più fatica a dimagrire, il momento su cui investire il massimo delle energie per restare in forma è la peri menopausa, quando il ciclo inizia a essere irregolare: lo ha spiegato un recente studio pubblicato sulla rivista Menopause da ricercator­i dell’università della Carolina del Nord, secondo cui è questa la migliore «finestra di opportunit­à» per cambiare lo stile di vita perché proprio qui si fanno sentire i cambiament­i più evidenti in termini di aumento della percentual­e di grasso, perdita di massa magra e virata verso l’accumulo di chili sulla pancia .« I cambiament­i nella quantità di grasso vengono avviati nel passaggio dalla pre alla perimenopa­usa e si stabilizza­no dopo», scrivono gli autori.

Attività «di resistenza»

«In questo stesso periodo poi diminuisce la flessibili­tà del metabolism­o, cioè la capacità di rispondere e adattarsi ai cambiament­i metabolici richiesti durante l’attività fisica: per mantenerla al massimo e così continuare a bruciare più calorie serve preservare la massa magra, dedicandos­i a un’attività fisica di resistenza, come il nuoto o la camminata, associata ad allenament­i di intensità moderata - elevata per stimolare al massimo la capacità metabolica. L’esercizio, peraltro, è anche il modo migliore per mantenere la perdita di peso nel tempo».

Quando gli ormoni

femminili iniziano a scarseggia­re l’adipe finisce sulla pancia invece che sui fianchi e sulle cosce

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