Corriere della Sera

Quanta e quale frutta per chi ha il diabete

Seguendo alcune indicazion­i questo alimento può essere incluso nella dieta di quanti hanno bisogno di tenere sotto controllo la glicemia

- di Silvia Turin

In estate è un piacere gustare la frutta di ogni colore: disseta ed è salutare con il suo carico di fibre, vitamine e minerali. In più, le varietà sono tantissime e per ogni palato. Fare scorpaccia­te di frutta però fa bene a tutti? Dato che contiene il fruttosio ( uno zucchero semplice), come devono regolarsi i diabetici, che hanno bisogno di tenere sotto controllo la glicemia ( la concentraz­ione di zucchero nel sangue)? « La frutta è un alimento importante anche per i diabetici — puntualizz­a Ilaria Prandoni, biologa e nutrizioni­sta di Palazzo della Salute del Gruppo San Donato —: non ci sono divieti assoluti. Per il diabetico, come per tutti, la valutazion­e prende in consideraz­ione lo stile alimentare nel suo complesso: all’ internodi una dieta quotidiana impostata bene e bilanciata nel modo corretto, la frutta può essere inserita senza problemi, seguendo opportune accortezze » .

La raccomanda­zione delle Linee guida per una sana alimentazi­one del CREA è quella di consumare tra le due e le tre porzioni al giorno di frutta, pari a circa 150 grammi al netto degli scarti. Nel caso dei diabetici le porzioni potranno essere l e stesse, tranne che per la frutta più zuccherina ( come sono, ad esempio, le banane, i fichi, l’uva, i cachi) che non dovrà superare i 100 grammi ogni porzione.

Non a digiuno

« L’impatto sulla glicemia dei frutti più o meno zuccherini sarà lo stesso se si seguono alcune indicazion­i — chiarisce la nutrizioni­sta —. Oltre alle porzioni da rispettare, la prima regola è non consumare la frutta a digiuno o in sostituzio­ne dei pasti. Per minimizzar­e l’ impatto del fruttosio, i nf a t t i , è bene a g g i ungere sempre altri alimenti, in particolar­e quelli che aiutino ad abbassare il picco glicemico che si crea dopo l’ingestione; per esempio cibi ricchi in fibra, proteine o grassi buoni ( come quelli del pesce). Un abbinament­o vincente come spuntino di metà mattina è un frutto con una manciata di frutta secca in guscio o con yogurt ( che contiene proteine e grassi di buona qualità) » .

Niente pesche e albicocche da portarsi in spiaggia o in gita come pranzo al sacco, magari nella falsa convinzion­e che la frutta « pulisca » l’intestino da ciò che mangiamo di « sbagliato » rispetto al nostro stato di salute.

Succhi

La frutta, però, non si consuma soltanto intera: mentre può essere inserita una volta al giorno all’interno di un’ alimentazi­one per diabetici, quella essiccata ( uvette, prugne, albicocche), da sconsiglia­re sono frutta sciroppata e succhi industrial­i perché possono contenere altri zuccheri.

Spremute

E le spremute? « Possono sosti t uire una volta al giorno una porzione di frutta intera, ma attenzione perché non danno la stessa sazietà rispetto a un frutto intero — osserva Ilaria Prandoni —. Inoltre, essendo in forma liquida capita di frequente che se ne beva più del dovuto, specie per dissetarsi quando fa caldo » .

Momenti della giornata

Libertà invece sui momenti in cui consumare le porzioni di frutta: prima o dopo i pasti e come spuntino, anche per i diabetici non ci sono differenze.

« Le regole elencate vanno bene per tutti. Nello specifico, una persona che non soffre di diabete può mangiare più frequentem­ente la frutta più zuccherina, magari anche senza associarla ad altri cibi, o può bersi una spremuta in più » , conclude la specialist­a.

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Meglio evitare la frutta a digiuno o in sostituzio­ne dei pasti per chi ha problemi di glicemia alta

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